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Giovedì, 18 Aprile 2024
Sanità

Viaggi regalo ai medici per vendere più farmaci

Indagine dei Nas in 15 regioni: 77 le perquisizioni a carico di 67 indagati. Nel mirino una rete di informatori scientifici di una nota azienda farmaceutica che per incrementare le vendite promettevano soldi e regalie ai chirurghi degli ospedali pubblici.

"Do ut des". Il nome scelto per l'operazione dai carabinieri del Nas è significativo: l'indagine infatti riguarda regali in denaro e viaggi elargiti ai medici di strutture pubbliche e private per incrementare la vendita di una serie di farmaci. Soldi e viaggi, quindi, in cambio dell'impegno a far acqusitare farmaci che altrimenti sarebbero stati 'fuori mercato'.

E' quanto emerge da una indagine del Nas dei carabinieri in una quindicina di regioni, dove si sta passando al setaccio l'attività di una rete di informatori scientifici di una nota azienda farmaceutica, che per incrementare le vendite di alcune tipologie di farmaci, dava o comunque prometteva somme di danaro, viaggi di piacere all'estero, oggetti di valore ed altro a medici chirurghi di strutture ospedaliere pubbliche e private del territorio nazionale.

"Le regalie - spiegano i carabinieri in un comunicato - venivano giustificate con falsa documentazione che attestava la dazione di danaro per attività di consulenza o di studio, di contributi a congressi o seminari e/o come viaggi per partecipazioni a meeting internazionali".

L'OPERAZIONE. Circa 300 carabinieri del Nas e di numerosi Comandi Provinciali (Ancona, Ascoli Piceno, Bari, Brescia, Cagliari, Caserta, Chieti, Ferrara, Firenze, Frosinone, Genova, Lucca, Mantova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Roma, Terni, Torino, Trento, Trieste, Verona e Viterbo), hanno eseguito dall'alba di mercoledì mattina 77 perquisizioni a carico di 67 indagati.

L'ACCUSA. I reati per cui si procede vanno dall'associazione a delinquere, alla corruzione, dalla truffa in danno del Servizio Sanitario Nazionale, al falso. Gli informatori scientifici, infatti, sollecitavano i medici indagati (specialisti in nefrologia, endocrinologia e pediatria) ad aumentare le prescrizioni di alcuni farmaci, con l'inserimento in terapia di nuovi pazienti, promettendo danaro o altri beni materiali.

In alcune circostanze, i medici non esitavano ad aumentare le somme pretese: la prova, secondo gli inqurenti, è data dai numerosi incontri che alti dirigenti dell'industria farmaceutica itrattenevano personalmente con i dottori.

Le perquisizioni odierne sono state finalizzate a verificare se le prescrizioni dei farmaci siano state appropriate in relazione alle patologie dei pazienti curati e in special modo per i pazienti pediatrici. Sembra infatti che proprio i piccoli pazienti fossero le "vittime" principali degli accordi corruttivi "con prescrizione di dosaggi ben al di sopra delle indicazioni terapeutiche".

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