Anarchici, l'atomica di Putin e nuove rotte migratorie: tutti i rischi per l'Italia nel report degli 007
Gli appunti dei servizi segreti italiani che avvertono: "Mosca si prepara a guerra di lungo corso, ma improbabile che usi l'atomica". Nel rapporto al Parlamento un passaggio sui migranti e Ong che farà discutere
La minaccia anarco-insurrezionalista è quella "più concreta e vitale, caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica "azione diretta distruttiva". È quanto si legge nella Relazione annuale dell'intelligence che evidenzia 31 attentati riconducibili a questa area nel 2022.
Il caso Cospito ha dato avvio "ad una veemente mobilitazione, sostenuta e animata da numerose sigle, italiane ed estere, che si rifanno, per metodiche operative, alla parabola eversivo-terroristica della Fai/Fr". L'intelligence monitora quindi "l'attivismo di quelle componenti che 'sulla piazza' fanno da sponda alle attivazioni operative, tentando di cogliere in tempo segnali di progettualità sobillatrici dirette a inquinare e radicalizzare specifici temi e mobilitazioni in atto sul territorio".
La Russia si prepara a guerra di lungo corso
Un capitolo degli avvertimenti degli 007 riguarda anche la minaccia di cyberattacchi di hacker russi o filorussi: "Mosca non smetterà di interferire nelle dinamiche politiche e nei processi decisionali interni ai Paesi Nato, ricorrendo ancor più che in passato a metodi coercitivi e manipolativi, quali attacchi cyber, disinformazione, ricatti e utilizzo di leve come quella migratoria ed energetica, quest'ultima destinata a perdere di rilevanza con l'impegno occidentale a trovare alternative alla dipendenza energetica dalla Russia" come evidenzia la relazione dell'intelligence.
"L'attenzione dell'Intelligence nazionale è elevata rispetto ai rischi di escalation collegati alla prosecuzione del conflitto, inclusa la minaccia dell'uso dell'arma nucleare da parte della Russia valutata improbabile"
Sempre secondo gli 007 italiani i russi si preparano a una guerra di lungo corso e ora sono in una sorta di "pausa operativa" con un rallentamento della mobilità sul terreno delle proprie truppe, "essenziale per rigenerarsi. Mosca - si legge nel documento - cerca altresì di sfruttare questo periodo di relativa stasi per riavviare le attività del complesso militare-industriale russo che, pur restando significativo per capacità produttive, inizia a risentire dell'impatto delle sanzioni occidentali". Tuttavia "malgrado ampia parte della popolazione russa continui a sostenere l'operato del vertice russo, grazie alla pervasività della propaganda mediatica e della narrativa ufficiale" secondo gli 007 italiani inizia a registrarsi una diminuzione dei consensi nei sondaggi pubblici, testimoniata anche dal numero di persone che lasciano il Paese.
La relazione pone "l'accento sulla natura globale della minaccia, l'interdipendenza e l'interazione fenomeni che rilevano ai fini della sicurezza nazionale, sulle interconnessioni, in un contesto che viene analizzato partendo dalla guerra in Ucraina" come spiega il direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) Elisabetta Belloni spiegando che con la guerra in Ucraina "è in discussione l'ordine mondiale, le ricadute geopolitiche e geoeconomiche hanno inciso sulla nostra sicurezza nazionale".
I rischi migratori
Secondo gli 007 persistono fattori di rischio legati all'estremismo islamico e in particolare l'incognita di possibili infiltrazioni da parte di soggetti intenzionati ad approfittare dell'intensificarsi delle spinte migratorie lungo le rotte marittime e terrestri in direzione del nostro Paese. Terrorismo che arriva sui barconi quindi secondo un report che tuttavia promette di far discutere anche per il tema affrontato del pull factor legato alla presenza nel Mediterraneo di navi di soccorso delle organizzazioni non governative. Nella relazione si mette in evidenza "un aumento del soccorso in mare effettuato dalle navi ong, principalmente in area Sar libica. Queste attività vengono spesso pubblicizzate sui social network dai facilitatori dell'immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio verso l'Europa". In questo contesto, la presenza di navi umanitarie rappresenta infatti "un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate".
La fake news che continua a fare stragi nel Mediterraneo
Tuttavia chi opera sul campo, come l'Oim, ente delle Nazioni unite che si occupa di migrazioni, ha più volte smentito l'esistenza di un "pull factor", un termine introdotto in documento di Frontex, l'agenzia Ue di guardia costiera, ma mai confermato dalla stessa agenzia. La posizione ufficiale dell'Europa, se proprio si vuole fare affidamento sull'Ue in tema di migrazione, è che le persone in mare vanno salvate, senza se, e senza ma. Come emerge da diversi studi, la guardia costiera libica non è adatta a sostituire le ong nel salvataggio dei migranti. Lo si è visto con la stretta sulle navi di soccorso operata dall'allora ministro degli Interni Matteo Salvini: senza ong in mare (e senza neanche la Marina italiana e l'operazione Ue Sophia operante), i morti sono aumentati del 19%. Di contro, sempre gli stessi studi hanno concluso che l'effetto di attrazione delle navi di soccorso è pressoché irrisorio: "Le persone continuano a partire dalla Libia perché la situazione è così instabile, le violenze sono così forti che decidono di farlo a prescindere dalla presenza o meno di salvataggi in mare", aveva già spiegato a Today.it Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Oim.
Migranti dal Medio Oriente
Libia a parte c'è un altro dato contenuta nella stessa relazione degli 007: un aumento dei flussi migratori dal Mediterraneo orientale, con partenza prevalentemente dalla Turchia verso le coste di Calabria, Puglia e Sicilia. Una nuova rotta migratoria dunque che fa cardine sulla Turchia crocevia anche per i transiti verso l'Europa lungo la rotta balcanica insieme alla Libia e al Libano che si è attestato quale nuovo Paese di partenza.
Sulla rotta marittima del Mediterraneo orientale vengono utilizzati vari tipi di imbarcazioni, prevalentemente barche a vela e da diporto, che alimentano i cosiddetti 'sbarchi occulti'". "Anche in questo caso - ribadiscono gli 007 - il fenomeno migratorio trova una sponda importante nell'attivismo di organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell'immigrazione irregolare, principalmente curde e pakistane, con basi di supporto logistico nei principali Paesi di origine e transito dei migranti, la cui natura transnazionale rende complessa l'attività di contrasto, così come nell'utilizzo, divenuto prassi, del web e dei social network da parte degli stessi sodalizi per pubblicizzare i viaggi e i relativi servizi".
Il video: la presentazione del report 2022