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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Roma

Roma, tra 5 giorni la Capitale sommersa dai rifiuti: countdown per l'emergenza

Accuse dall'Emilia: "Dal Campidoglio cifre in libertà, non hanno chiesto neppure un preventivo". Abruzzo ultima spiaggia: Zingaretti si appella al governatore D'Alfonso per salvare la Capitale alle prese con impianti saturi e nessun accordo per mandare altrove la propria monnezza

Rifiuti a Roma, ora è davvero emergenza. Impianti Ama sovraccarichi, sacchetti abbandonati per strada, proteste dei gruppi consiliari in consiglio comunale con tanto di monnezza sugli scranni dell'aula Giulio Cesare. Per la Capitale è iniziato il countdown verso il collasso dell'intero sistema. Stamattina il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha interloquito con il Governatore dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso per trovare una soluzione per stipare le montagne di rifiuti non trattati che Roma produce ogni giorno. 

"Mi sembra che ci sia un atteggiamento molto responsabile e quindi sono ottimista che tra alcuni giorni si possa risolvere la questione" ha spiegato Zingaretti - D'Alfonso ha avanzato a Roma Capitale dei quesiti organizzativi. Credo che attendano le risposte ma sono fiducioso che in pochi giorni si possa arrivare a una soluzione positiva".

Mancherebbe un'intesa sul prezzo, che oscillerebbe tra i 180 euro a tonnellata richiesti e i 150 offerti dal Campidoglio. Tuttavia dall'Abruzzo non mancano gli allarmi: il presidente della Poliservice Spa, Gianni Antelli risponde al Governatore D'Alfonso percisando come gli stessi abruzzesi si trovino in difficoltà a trovare impianti di compostaggio disposti ad accogliere i rifiuti sia in regione che fuori regione. "Chiediamo al governatore di assumere le decisioni che evitino di mandarci in emergenza".

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Abruzzo la nuova discarica di Roma?

Occorre fare un passo indietro e partire dai dati. Come riferisce il consigliere capitolino del Pd Antongiulio Pelonzi i tecnici dell'Ama, l'agenzia capitolina dei rifiuti, fissano in  5 giorni la capacità degli impianti di raccogliere rifiuti dopo sarà il collasso, poiché non si saprà più dove metterli o dove inviarli considerando a tutt'oggi mancano accordi con altre Regioni.

Come ricorda Roma Today non c'è infatti il supporto dell'Austria che da inizio dicembre non riceve più la spazzatura romana. Ama deve collocare quindi 70mila tonnellate all'anno e per farlo ha chiesto aiuto alle regioni. Gli accordi però tardano e gli impianti per questo sono pieni. 

"Roma regge a stento e solo perché conserva nella pancia degli impianti Ama un’enorme quantità di rifiuti, mandando oltre il 25% a smaltire fuori dal proprio territorio" denuncia la Fp Cgil. "L’opzione emiliana sarebbe servita a svuotare nell’immediato i Tmb sovraccarichi e a garantire una via d’uscita in caso di crisi come quella vissuta in questi giorni" 

Roma, impianti Ama sovraccarichi (il video)

Per alleggerire l'accumulo di pattume che si è prodotto negli impianti Ama nel corso delle feste di Natale potrebbe aggiungersi un impianto presente ad Aprilia, in provincia di Latina, che detiene delle volumetrie autorizzate per lo smaltimento ma attualmente non tratta immondizia della Capitale a causa di un contenzioso aperto con la Regione Lazio. 

4.600 tonnellate di rifiuti prodotti giornalmente dalla Capitale rischiano di sommergere la città. Poche speranze dalla raccolta differenziata, rimasta al palo: nel 2016 Roma ha mancato l'obiettivo del 55% di raccolta differenziata, restando impantanata sotto al 43% nonostante il costo del servizio per le famiglie sia fra i più alti di tutte le città italiane.

A Roma si producono 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani all'anno, circa 700.000 sono raccolti in modo differenziato per poter essere avviati a riciclo, mentre quasi un milione di tonnellate di rifiuti indifferenziati sono avviati a trattamento meccanico biologico. Di questi AMA ha una capacità per trattare circa il 48% della produzione di rifiuti indifferenziati di Roma "ma i volumi trattati nel 2016 sono solo il 33%". La città dipende fortemente da impianti di terzi, in particolare da quello di Malagrotta che gestisce il 43,4% del totale dell'indifferenziato. Basta un guasto o un rallentamento per mandare la raccolta in blocco. 

Impianti pieni, raccolta rallentata, cassonetti colmi, cittadini che lasciano i sacchetti della spazzatura all'esterno. In questi giorni le montagne di rifiuti che si accumulano sulle strade al di fuori dei cassonetti annullano gli sforzi: tutti finisce negli stessi compattatori che devo intervenire ad arginare l'emergenza con mezzi che al momento come numero sono insufficienti anche per la gara indetta da Ama, ma andata deserta.

Perché il problema nasce tutto dalla mancanza di una discarica capace di trattare i rifiuti di Roma, città ancora lontana dagli obiettivi di raccolta differenziata, per non parlare del target di "rifiuti zero". La candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Lazio, Roberta Lombardi, scarica tutta la responsabilità sulla giunta Zingaretti: "In 5 anni non ha varato un piano rifiuti perché non si vuole prendere posizione". "Magari - ha concluso Lombardi intervistata dal Fatto quotidiano - si spera nel ritorno alle discariche come Malagrotta".

Intanto sconfessando gli impegni della campagna elettorale ad Ostia è entrato in funzione un tritovagliatore mobile. "L'utilizzo del tritovagliatore - spiega la presidente del X Municipio Giuliana Di Pillo - è "temporaneo" e "consente di intensificare la raccolta stradale dei rifiuti e conseguente velocizzazione del trattamento, evitando, nella mattinata, perdite di tempo determinate dai tempi di viaggio verso i Tmb. Si dovrebbe evitare, di fatto, di assistere allo spiacevole e indecoroso fenomeno di presenza dei rifiuti attorno ai cassonetti". 

Il capogruppo pentastellato in Campidoglio Paolo Ferrara, che in passato aveva smentito l'ipotesi di accensione dell'impianto di Ostia, spiega a Roma Today: "Se non avessimo fatto entrare in funzione il tritovagliatore Roma Capitale avrebbe rischiato un danno erariale evitando eventuali maggiori costi di trattamento in impianti di terzi. Il tritovagliatore lavorerà per un breve periodo e a intermittenza, quindi non tutti i giorni, su una piccola quantità di rifiuti per smaltire il surplus prodotto nei giorni di festività".

Ma il piccolo tritovagliatore di Ostia (con annesso rischio di bomba ecologica) non salverà la Capitale: è tecnicamente impossibile che possa trattare i rifiuti di tutta Roma. E allora, senza una discarica, i rifiuti dovranno andare altrove.

Giallo rifiuti in Emilia: "Mai chiesto preventivo"

Bocciata invece l'idea di inviare i rifiuti in Emilia. L'appello di Natale accolto dal governatore Bonaccini ha trovato poi lo stop da parte della giunta pentastellata che ha spiegato che inviare i rifiuti verso gli impianti di Parma e Bologna sarebbe stato troppo oneroso per le casse del Campidoglio. 

Di "cifre in libertà" parla Paola Gazzolo, assessore regionale all'Ambiente dell'Emilia Romagna: "Smaltire i rifiuti in Emilia Romagna costa meno rispetto alla media nazionale e a quella delle Regioni del Nord".

"Di cosa parla l'assessore all'Ambiente del Comune di Roma, Pinuccia Montanari? Quantificare in 200 euro il costo dello smaltimento dei rifiuti della Capitale in Emilia Romagna significa sparare numeri in libertà. Le cifre diffuse sono prive di qualsiasi fondamento: come le ha calcolate? Sarebbe interessante saperlo, visto che Ama non ha nemmeno chiesto un preventivo ai nostri gestori e, anzi, si è negata ad ogni tentativo di contatto ufficiale come disposto dalla nostra delibera". 

Il Rapporto rifiuti urbani 2017 di Ispra "parla chiaro: il costo medio dello smaltimento in Emilia Romagna è di 116,7 euro a tonnellata", precisa l'assessore citando i dati ufficiali. Un prezzo inferiore, sottolinea la Regione Emilia Romagna, sia alla media delle Regioni del Nord che è di 125,8 euro a tonnellata, sia ai 124,2 della media nazionale. Anche considerando i costi dei tre impianti che sarebbero stati coinvolti nello smaltimento dei rifiuti di Roma, e aggiungendo la quota di disagio ambientale, prevista dalle norme, e le spese di trasporto, non si sarebbe mai arrivati alle cifre di cui parla il Comune di Roma. 

L'Emilia metterà il divieto sui rifiuti romani 

L'assessore emiliano Gazzolo rivela inoltre come da Roma arrivano ogni anno oltre 120mila tonnellate di rifiuti 'decadenti dagli urbani', cioé urbani tritovagliati o a valle del trattamento negli appositi impianti Tmb" (trattamento meccanico biologico).

"Proprio perchè trattati, questi rifiuti sono riclassificati come speciali e quindi possono essere smaltiti liberamente sull'intero territorio nazionale secondo le regole del libero mercato. Un meccanismo che è ora di interrompere. Stiamo lavorando per vietare l'ingresso nel nostro territorio di rifiuti speciali derivanti dal trattamento degli urbani, destinati alla discarica".

A rincarare la dose interviene Federico Pizzarotti, sindaco di Parma ed ex esponente del Movimento 5 Stelle, in un'intervista a La Repubblica, critica la gestione pentastellata dell'emergenza spazzatura a Roma. "Le competenze sono della Regione ma il problema è del sindaco, c'è poco da fare".  A Virginia Raggi e alla sua giunta Pizzarotti rimprovera la scelta di non chiedere aiuto. "Perché non dice apertamente che c'e' un problema che va risolto? Perché non sceglie un atteggiamento umano e alza il telefono per chiamare? Io non l'ho mai sentita, mai. Hanno preferito gli attacchi deliranti, in primis nei miei confronti".

In pratica ora per la Capitale che scarica già ora migliaia di tonnellate di rifiuti trattati in Emilia, la situazione rischia di complicarsi ancora di più. La 'ricetta Raggi', "fatta solo di differenziata e Tmb non tiene: scarica una parte del problema sulle altre Regioni mentre la differenziata non decola. Inoltre Ama non ha neppure la capacità di gestire i rifiuti differenziati prodotti: secondo Waste Strategy di Althesys, il think tank di riferimento in Italia per l'industria dei rifiuti, delle 700.000 tonnellate di rifiuto avviato a riciclo, circa 250.000 sono organico, mentre l'unico impianto di compostaggio di AMA a Fiumicino è autorizzato a trattarne 30.000 tonnellate l'anno e nel 2016 ne ha gestite meno del 6%, il resto, ancora una volta, deve essere trasferito ad altri siti di terzi fuori regione. Servono impianti sia per l'organico sia per l'indifferenziato: senza ricorrere all'apertura di una nuova discarica l'unica soluzione è un termovalorizzatore.

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