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Giovedì, 18 Aprile 2024
Al largo della Puglia / Bari

Il giallo del rimorchiatore affondato "in pochi istanti": morti e dispersi, cosa sappiamo

L'unico superstite del "Franco P.", il comandante Petralia, non avrebbe avuto neanche il tempo di lanciare il segnale di soccorso. Forse un guasto tecnico, forse un cedimento strutturale. Solo i sopravvissuti del pontone potranno raccontare che cosa sia accaduto

Il dramma si è consumato nel giro di pochi secondi. E' l'unica certezza. Sono arrivate nel tardo pomeriggio al porto di Bari le salme di tre delle vittime dell'incidente del 'Franco P.', il rimorchiatore partito da Ancona e diretto in Albania affondato nella serata di mercoledì a circa 50 miglia della costa barese. Non è stato completato il recupero di tutti i dispersi: proseguono le ricerche di altre due persone che lavoravano a bordo del rimorchiatore, le speranze di ritrovare i corpi sono minime.

Il giallo del rimorchiatore "Franco P", affondato mercoledì a 50 miglia da Bari

L'unico superstite, salvato da un mercantile croato, è il comandante Giuseppe Petralia, 63enne, siciliano, ricoverato nell'ospedale di Bari "in forte stato di choc", dicono i medici. Del rimorchiatore "Franco P", affondato mercoledì a 50 miglia da Bari, resta solo lui in vita. L'equipaggio era composto da sei uomini. Due marchigiani, due pugliesi e un tunisino, tutti tra i 58 e i 65 anni. Erano partiti da Ancona, con destinazione Durazzo, per trainare un motopontone (un tipo di galleggiante usato come piattaforma galleggiante per il trasporto di merci di qualsiasi tipo) con 11 persone a bordo. Poi la tragedia. Il rimorchiatore ha imbarcato acqua ed è sprofondato in pochi minuti, forse addirittura solo pochi istanti.

Andrea Massimo Loi, Luciano Bigoni e Ahmed Jelali. Sono i nomi dei tre membri dell'equipaggio (due anconetani) i cui corpi senza vita sono stati recuperati a largo di Bari. La Capitaneria di porto di Bari ha confermato il loro decesso dopo l'identificazione. Alla ricerche hanno partecipato cinque mercantili, oltre a diverse unità della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, velivoli della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare e dell’aviazione della Croazia.

La procura di Bari ha intanto aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di naufragio ed omicidio. Tutto è da ricostruire. Nel corso delle operazioni è stata anche avvistata una zattera di salvataggio vuota appartenente al rimorchiatore affondato. Mercoledì sera la Centrale Operativa della Guardia Costiera ha ricevuto un segnale di allarme: il rimorchiatore stava affondando a 53 miglia dalla costa, al limite tra le acque di responsabilità SAR italiane e croate. Il mare era molto mosso.

I soccorsi del pontone e le ipotesi

Il "mayday" è arrivato alla Capitaneria di porto di Bari intorno alle 21 da chi viaggiava sul pontone. Il rimorchiatore sarebbe affondato "in modo repentino" ha spiegato l'ammiraglio Vincenzo Leone, comandante della Guardia Costiera Puglia. Di fatto il comandante Petralia non avrebbe avuto neanche il tempo di lanciare il segnale di soccorso. Una motonave "split" ha portato in salvo le persone sul pontone. Che cosa è andato storto? Certo è che il buio implacabile del mare di notte e le forti raffiche di vento hanno complicato le operazioni di ricerca.

Solo i sopravvissuti del pontone potranno raccontare che cosa sia accaduto e perché il rimorchiatore sia affondato in pochi attimi. Così poco tempo è passato dal verificarsi del problema al naufragio che l'equipaggio, esperto, non avrebbe avuto il tempo di spostarsi sui mezzi di salvataggio. Forse un guasto tecnico, forse un cedimento strutturale, forse uno scontro su qualcosa. Si valuta anche l'entità dello sversamento del carburante in mare.

Identificati i primi tre corpi del rimorchiatore italiano affondato

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