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Mercoledì, 24 Aprile 2024
il caso

L'Aquila, lo Stato rivuole indietro i risarcimenti dati ai parenti delle vittime

Lo Stato vuole indietro i soldi da chi aveva ricevuto un modesto risarcimento dopo la condanna in primo grado della Commissione Grandi Rischi, che nei giorni precedenti al terremoto dell'Aquila aveva tranquillizzato gli aquilani inducendoli a pensare che l'inferno non sarebbe accaduto. Ora la Commissione è stata assolta, e lo Stato - nelle vesti della Protezione civile - chiede ai parenti delle 309 vittime di restituire il denaro dei risarcimenti: in totale 7,8 milioni di euro

Una lettera che ha indignato famiglie che tanto avevano già sofferto. Terremoto all'Aquila: i parenti delle vittime devono restituire 7,8 milioni di euro.

"Alla luce della pronuncia della Corte di Appello del 12 novembre 2014 si invita e si diffida la S.V. alla restituzione delle somme percepite e a corrispondere senza indugio e comunque entro trenta giorni dal ricevimento della presente, la somma complessiva di Euro 104.201,42 euro relativa a sorte capitale pari ad Euro 100.000, spese legali pari ad Euro 5.033,60 ed interessi legali calcolati al 28 febbraio 2015 pari a Euro 2.628,42 con l'avvertimento che in caso di ritardo e/o di inadempimento si procederà per il recupero del credito".

Lo si legge nella lettera, firmata da capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, che è stata spedita a uno dei familiari delle 309 vittime del terremoto che ha distrutto l'Aquila il 9 aprile di cinque anni fa. Lo Stato vuole indietro i soldi da chi aveva ricevuto un modesto risarcimento dopo la condanna in primo grado della Commissione Grandi Rischi, che nei giorni precedenti al terremoto dell'Aquila aveva tranquillizzato gli aquilani inducendoli a pensare che l'inferno non sarebbe accaduto.

Ora la Commissione è stata assolta, e lo Stato - nelle vesti della Protezione civile - chiede ai parenti delle 309 vittime di restituire il denaro dei risarcimenti: in totale 7,8 milioni di euro.

Scrive il Messaggero:

Proprio in questo periodo, il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, invia un vero e proprio «atto di messa in mora e intimazione di pagamento» ai familiari delle vittime, due pagine in cui viene chiesta la restituzione dei soldi delle provvisionali, decise dal giudice dopo la condanna in primo grado dei sette membri della commissione Grandi Rischi per aver rassicurato la popolazione nella riunione all’Aquila del 31 marzo 2009, una settimana prima del sisma, e che, adesso, alla luce della sentenza di assoluzione della Corte d’Appello, i terremotati sono chiamati a dare indietro «senza indugio» allo Stato, con l’aggiunta delle spese di giustizia e degli interessi legali maturati al 28 febbraio 2015.

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