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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Trasfusioni di sangue infetto: lo Stato dovrà pagare 20 milioni

Sentenza storica della Corte europea dei diritti umani per il risarcimento di più di ottocento persone che hanno contratto Aids o epatite ricevendo sangue malato durante un ciclo di cure o un intervento chirurgico

ROMA - Sono stati infettati da virus terribili come Aids, epatite B e C dopo aver ricevuto trasfusioni di sangue o emoderivati infetti, quindi non adeguatamente controllati dal Servizio sanitario nazionale, durante cicli di cure o interventi chirurgici. Ora lo Stato italiano dovrà risarcire più di ottocento persone. La cifra, secondo quanto stabilito da una sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, ammonta a più di venti milioni di euro.

Sono circa 60mila in totale gli italiani infettati da trasfusioni di sangue. E non è la prima volta che la Corte di Strasburgo bacchetta il nostro Paese per lo scandalo del sangue infetto: nel 2013 i giudici europei avevano stabilito che lo Stato deve versare a tutti i 60mila contagiati l’indennità integrativa speciale prevista dalla legge 210/1992. 

Prima della sentenza di tre anni fa, i pazienti infettati ricevevano un indennizzo per effetto della stessa legge, pari a un minimo di 540 euro al mese, pagati bimestralmente. Dopo la decisione della Corte dei diritti umani l’indennizzo è stato aumentato di cento euro al mese. La battaglia legale per vedersi riconosciuti gli indennizzi andava avanti da anni e le richieste sono arrivate a quota 120mila.

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