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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia/2

Italiani a dieta con la crisi: chiusi 10mila ristoranti

Nel 2012 tagliate le spese del 2,5% per i pasti nei locali pubblici. E il bilancio tra aperture e chiusure ha un saldo negativo

ROMA - La crisi non ha risparmiato neanche uno dei piaceri cui gli italiani difficilmente rinunciano: il ristorante.

Sempre più locali, infatti, sono costretti ad abbassare le saracinesche perché non riescono a far quadrare i conti. A rivelarlo sono i dati resi noti dalla Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi e Confcommercio, in occasione della presentazione della nuova collana 'Le bussole'. 

Nel 2012 la spesa delle famiglie per i pasti fuori casa si è ridotta di 1,6 miliardi di euro con una contrazione del 2,5%. Un dato negativo che si conferma, sebbene di dimensioni ridotte, anche per l'anno in corso in cui è prevista una diminuzione dell'1,3%. Un calo cumulato del 4% circa in due anni.

I ristoranti italiani che hanno chiuso nel 2012 sono stati d'altra parte 10mila: un dato che si conferma anche per quest'anno in linea con quello precedente, visto che nel primo semestre del 2013 il saldo tra aperture e chiusure è negativo per 5.000 esercizi.

La spesa delle famiglie italiane per la ristorazione vale 73 miliardi di euro (anno 2012), ossia il 35% dell'intera spesa alimentare. Dopo Spagna e Gran Bretagna, l'Italia è il Paese europeo con la maggiore incidenza dei consumi alimentari fuori casa sul totale della spesa alimentare (35% a fronte di una media europea del 32%): in termini di spesa pro-capite, gli italiani spendono in ristorazione circa 1.200 euro l'anno, il 32% in più dei francesi e il 53% più dei tedeschi. L'Italia è quindi il terzo paese europeo.

Nel 2012 le imprese che hanno avviato un'attività di ristorazione sono state d'altra parte più di 16mila, con un numero di cessazioni pari a 25.678: un bilancio negativo di 9.345 imprese.

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