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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Mafia

A cena con la mafia: 5mila ristoranti nelle mani della criminalità

Non c'è crisi per le associazioni a delinquere, sempre più forti e radicate nel campo dell'agroalimentare e della ristorazione: affari neri per 15,4 miliardi di euro all'anno

La gastronomia in Italia "è una cosa seria" e come tutto ciò che ha un valore ha anche un suo lato oscuro: secondo il terzo rapporto sulle agromafie, elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, sono 5mila i locali della ristorazione nel nostro Paese nelle mani delle associazioni a delinquere, per un totale di un giro d'affari di 15,4 miliardi di euro all'anno.

La ristorazione è diventato con il tempo uno dei campi più appetibili per gli investimenti anche per le mafie: attività "pulite" vengono portate avanti fianco a fianco a quelle "sporche", assicurano la possibilità di sopravvivere anche agli sbalzi del mercato e alle congiunture economiche sfavorevoli. In più il vantaggio sulla concorrenza è garantito (attraverso le intimidazioni), ma lo sono anche la liquidità e le possibilità di espansione. 

GLI AFFARI CON LA MALA SONO "NORMALI" - Quello che inquieta leggendo il rapporto è che sembra che fare affari con la mala sia una pratica talmente diffusa da essere considerata consuetudinaria:

La frequenza con cui si verificano questi fatti si accompagna ad un cambiamento culturale: fare affari con esponenti delle organizzazioni mafiose viene spesso considerato "normale", inevitabile se si vuole sopravvivere. Viene considerato inevitabile non rispettare regole percepite come ingiuste, soffocanti per chi gestisce un'azienda, a cominciare dalla pressione fiscale. Acquisendo e gestendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi le organizzazioni criminali anche la possibilità di rispondere facilmente ad una delle necessità più pressanti: riciclare il denaro frutto delle attività illecite


A OGNI MAFIA IL SUO SETTORE - Cosa nostra è sempre più interessata all'acquisizione di aziende agricole e della grande distribuzione alimentare, come centri commerciali e supermercati. La Camorra mira a tutto il settore agroalimentare e alla ristorazione in modo specifico. Infine la `Ndrangheta, per infiltrarsi nel comparto agroalimentare, sfrutta in particolar modo le connivenze all'interno della Pubblica amministrazione.

Ma non vi sono zone franche rispetto a tali fenomeni, che si riscontrano anche nel tessuto economico delle aree del centro e del nord Italia. Comunque le mafie continuano ad agire sui territori d'origine, perché è attraverso il controllo del territorio che si producono ricchezza, alleanze, consenso: specialmente nel Mezzogiorno, costretto ad aggiungere alla tradizionale povertà gli effetti di una crisi economica pesante e profonda, aggravata dalla vampirizzazione delle risorse sistematicamente operata dai poteri illegali.

Secondo il rapporto infine l'incremento esponenziale della stretta delle mafie su questo settore è stato determinato da fattori anche non prevedibili, come quelli climatici, che hanno colpito pesantemente la produzione, non più in grado di soddisfare la domanda. Ciò apre le porte a fenomeni di ulteriore falsificazione e sfruttamento illegale del "Made in Italy".  Altri invece, come quelli dovuti alle restrizioni nell'erogazione del credito alle imprese, hanno portato alla chiusura di aziende o alla necessità per molti imprenditori di richiedere credito a chi lo concedeva, ovvero le associazioni a delinquere.

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