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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caro energia

Il ristoratore esasperato: "In un anno 200mila euro in più di bollette, una cifra superiore al nostro incasso"

"È una mazzata peggio del Covid" dice Simone Angeli, titolare di due ristoranti a Rimini che ha deciso di chiudere simbolicamente i locali per protesta. "Come imprenditori siamo stati lasciati soli"

È pronto a chiudere i suoi ristoranti per dare un segnale contro il "caro bollette" con l'intenzione che "i buchi neri nel cuore di Marina Centro", a Rimini, "possano essere un segnale forte della situazione in cui versano i ristoratori". A mettere in campo la protesta, nella serata del primo settembre, è Simone Angeli titolare di 'Chi burdlaz' e del 'Pesce innamorato' che in appena due mesi si è visto letteralmente raddoppiare la spesa per l'elettricità. "Una vera e propria mazzata - spiega l'imprenditore -  che ci sta mettendo in ginocchio. A fronte di una spesa che, negli anni scorsi, si aggirava sui 7mila euro le ultime bollette sono schizzate a quasi 14mila euro al mese. Se, a questo, ci aggiungiamo anche l'aumento delle materie prime è evidente come il settore sia al limite. A conti fatti, in un anno dovremo sborsare 200mila euro in più. Una cifra che è più alta del nostro incasso netto".

Locali spenti e senza clienti, un segnale quindi per attirare l'attenzione non solo dei passanti?
Per me è una forma di protesta estrema perchè, in tanti anni di attività, siamo rimasti sempre aperti. Anche durante la pandemia, per tirare avanti, abbiamo fatto l'asporto. Adesso questa è la mazzata finale ed è bene che si sappia che, come imprenditori, siamo stati lasciati soli.

Un immediato futuro per nulla roseo quindi?
Fortunatamente la stagione estiva è andata molto bene, su questo non ci possiamo lamentare. Ma sul fronte degli aumenti gli ultimi due mesi sono stati un bagno di sangue e, con l'arrivo dell'inverno, difficilmente riusciremo a far fronte a bollette che inevitabilmente saranno ancora più alte. Non vedo assolutamente la luce in fondo al tunnel anche perchè, adesso, stiamo già pagando i prestiti che abbiamo avuto per la pandemia e che vanno a pesare ulteriormente sul bilancio. Questa è una mazzata peggio del Coronavirus e rischia di farci abbassare le serrande per sempre con tutte le conseguenze del caso. Chiudendo saremo costretti a licenziare i dipendenti con una reazione a catena che danneggerà tutta l'economia.

Molti imprenditori stanno "scaricando" gli aumenti sui clienti finali, cosa ne pensa?
I prezzi sono già al limite e ulteriori aumenti ci farebbero finire fuori mercato innescando un vortice ancor più pesante.

Ha in mente altre forme di protesta oltre a quella del primo settembre?
Come ho detto, questo per me è un segnale molto forte dal momento che i nostri locali sono sempre rimasti aperti. Non escludo che, se la situazione dovesse andare a vanti o addirittura peggiorare, ci saranno altre forme per attirare l'attenzione sulla crisi del nostro settore fino a quella estrema di chiudere i battenti. Rincari come questi hanno eroso tutto il margine di guadagno e, con questi conti, è impossibile poter tirare avanti lavorando in rimessa.

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