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Giovedì, 25 Aprile 2024
"Messi a tacere"

Ritorsioni su chi denunciò nelle Rsa problemi di sicurezza in piena pandemia

La denuncia di Amnesty International: messo a tacere, con procedimenti disciplinari e persino licenziamenti, chi denunciò carenze e mancanze

Elogiati dal governo, puniti dai datori di lavoro. Messi a tacere e inascoltati. Sono gli operatori e le operatrici sociosanitarie in prima linea delle Rsa che avevano segnalato problemi di sicurezza sul luogo di lavoro durante la pandemia e che, come denuncia Amnesty International, sono stati sottoposti a procedimenti disciplinari e ritorsioni.

"Sono stati in prima linea nella lotta contro la pandemia da Covid-19 e sono stati elogiati dal governo italiano per il duro lavoro svolto in condizioni terribili. Tuttavia, queste stesse persone sono state ridotte al silenzio dai loro datori di lavoro quando hanno cercato di esprimere preoccupazione sul trattamento degli ospiti anziani e sulla propria sicurezza", ha dichiarato Marco Perolini, ricercatore di Amnesty International sull’Europa occidentale. La ong aveva già denunciato alla fine del 2020 "il fallimento delle autorità italiane nell'implementare politiche adeguate a proteggere le persone anziane nelle strutture residenziali e in particolare i loro diritti alla vita, alla salute e a essere liberi dalla discriminazione".

Sanzioni e ritorsioni agli operatori che denunciarono le carenze

La ong ha raccolto le testimonianze di 34 tra professioniste e professionisti nonché operatori e operatrici in servizio nelle strutture residenziali durante la pandemia da Covid-19, così come quelle di avvocati, esperti del settore e sindacalisti.

Un terzo delle persone interviste da Amnesty ha raccontato di un clima di paura e ritorsione sul posto di lavoro. Gli avvocati hanno riferito oltre dieci casi di procedimenti disciplinari e licenziamenti, anche nei confronti di rappresentanti sindacali che avevano denunciato la mancanza di adeguate misure sanitarie e di sicurezza in varie strutture residenziali pubbliche e private.

È il caso di Hamal, un operatore sociosanitario che lavorava con contratto in outsourcing in una delle principali strutture residenziali del capoluogo lombardo: il tribunale del lavoro di Milano ha stabilito che il licenziamento subito un anno prima dalla cooperativa per la quale lavorava era ingiusto e ha ordinato il suo reintegro e il versamento di un'indennità. I giudici, spiegano da Amnesty, hanno sottolineato che informare le autorità giudiziarie delle irregolarità fosse una questione di interesse pubblico, perché avrebbe potuto evitare la morte delle persone anziane residenti nelle strutture. Un altro operatore sanitario, di cui non è stato fatto il nome per tutelarlo, ha dichiarato: "Le cooperative e le strutture residenziali pubbliche hanno messo la museruola alle persone che hanno denunciato o parlato con la stampa".

Da quattro anni è in vigore in Italia la legge sul "whistleblowing", che protegge chi denuncia irregolarità sul posto di lavoro ma, denuncia Amnesty, non garantisce loro una adeguata protezione per quanto riguarda la riservatezza e l'indipendenza nel settore privato, che gestisce il 73 per cento delle strutture residenziali in Italia. Le autorità italiane devono proteggere tutti gli operatori sanitari e sociosanitari nelle strutture del settore privato.

Amnesty chiede al Parlamento un'inchiesta indipendente

Alla luce di questa situazione, torna a chiedere al Parlamento di istituire una commissione indipendente di inchiesta che si concentra in particolare sulla situazione delle strutture residenziali. Attualmente risultano al vaglio parlamentare diverse proposte di inchiesta per indagare differenti aspetti dell'emergenza sanitaria, tra cui la congruità delle misure di gestione dell'epidemia, le modalità con cui la stessa si è diffusa e l'efficacia del sistema delle strutture residenziali. Tuttavia, ad oggi, nessuna commissione è stata ancora istituita. Detta commissione dovrebbe anche prendere in esame le gravi preoccupazioni sollevate dal personale e dai sindacati in tema di sicurezza, salute e precarie condizioni di lavoro durante la pandemia da Covid-19 e nel periodo precedente, "È fondamentale che il parlamento italiano istituisca una commissione indipendente d'inchiesta in modo da apprendere dalle lezioni del passato, prevenire errori come quelli commessi in precedenza e assicurare giustizia per tutte le morti che potevano essere evitate e a coloro che sono stati ingiustamente sottoposti a ritorsioni", ha ribadito Debora Del Pistoia, ricercatrice di Amnesty International Italia.

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