Rkia Hannaoui uccisa dal figlio piccolo con un'arma legale incustodita: "Servono più controlli"
Ad Ariano Polesine il colpo è stato esploso per errore dal bambino, che aveva preso la pistola nel capanno del vicino. Beretta a Today: "Se c'è un'emergenza oggi in Italia non sono gli omicidi durante le rapine, ma le armi regolarmente detenute, i controlli sui legali detentori e come le custodiscono"
I funerali saranno celebrati nei prossimi giorni in Marocco, la sua terra natale. Rkia Hannaoui, 32 anni, ha trovato la morte in Polesine nel più drammatico dei modi. Uccisa dal figlio piccolo per sbaglio, un incidente. Con un'arma legale su cui il bimbo ha potuto mettere mano senza alcuna fatica.
L'omicidio di Rkia Hannaoui, uccisa dal figlio piccolo per errore
Il giallo è risolto. Non c'è più nessun grosso mistero dietro la fine della giovane casalinga, madre di famiglia, ritrovata a terra con una ferita alla testa una settimana fa nella cucina della sua casa di Ariano Polesine e morta in ospedale dopo una breve agonia. A sparare il proiettile calibro 22 sarebbe stato il più piccolo dei figli, 8 anni, che, insieme al fratello maggiore, 11 anni, stava maneggiando la pistola, presa dal capanno del vicino, dove c'erano anche altri 4 fucili. La dinamica esatta dell'esplosione del colpo andrà accertata, sin nei minimi dettagli, nel corso delle indagini. Che sono state rapide.
Tutte le armi erano legalmente detenute e registrate, ma il vicino dovrà probabilmente rispondere della mancata custodia. Da una parte c'è il dramma umano, quasi impensabile, dall'altra si ripropone con forza il tema del pericolo che è rappresentato dalle armi presenti nelle case degli italiani. L'autopsia aveva confermato quello che era emerso sin dal primo esame del medico legale, e poi da una Tac, e che aveva portato la procura di Rovigo ad aprire un'indagine contro ignoti per omicidio: a uccidere la giovane è stata una pallottola esplosa da una certa distanza che le è entrata nella tempia sinistra. I due figli della donna erano corsi a dare l'allarme al vicino, G.S. 81 anni, che dopo aver avvisato il marito di Rkia, aveva chiamato il 118 e i carabinieri.
All'anziano vicino erano stati subito sequestrati quattro fucili da caccia, regolarmente denunciati e tenuti in un capanno a pochi metri dalla villetta. Mancava però un'altra arma detenuta dall'uomo, una pistola. Una circostanza sulla quale l'anziano non ha saputo dare spiegazioni convincenti, e che ha poi portato alla svolta nelle indagini, tra la tarda serata di lunedì e la mattina di martedì.
L'arma è stata trovata, dopo giorni, sotto pochi centimetri di terra vicino alla casa, sotterrata. Sarà l'indagine a chiarire cosa sia successo nei minuti seguenti allo sparo, chi abbia fatto sparire la pistola e altri dettagli. Da capire infatti quale sia stato realmente il ruolo del vicino di casa dopo che il colpo era stato esploso. Lui aveva raccontato ai cronisti di essere entrato nell'abitazione, di aver visto Rkia a terra e di aver chiamato i soccorsi, ma di non aver visto nessuna arma. Forse una bugia per tutelare i bambini, forse un tentativo di coprire il tragico incidente, che lo avrebbe spinto poi anche a nascondere la pistola sotto terra. Solo ipotesi al momento.
Il quadro è, però, sostanzialmente chiaro e la procura rodigina in serata ha diffuso un comunicato stampa per dire che grazie "ai chiarimenti avuti dagli stretti familiari della vittima" l'omicidio è da ritenersi "di natura colposa frutto di una condotta accidentale e non di una condotta dolosa".
Beretta a Today: "Controlli su come custodiscono le armi i legali detentori"
"Non è il primo caso di omicidio - commenta Giorgio Beretta, analista dell'Osservatorio sulle armi leggere (OPAL) e opinionista di Today - in Italia con una pistola regolarmente detenuta da un legale possessore di armi commesso da un minore. Questi casi vengono sempre relegati a "incidenti", come se la custodia di un'arma fosse un fatto secondario e irrilevante. Al di là del caso specifico, quello che sorprende è che non ci sia un'istituzione statale, dal Viminale all'Istat, che riporti tutti gli omicidi (volontari, colposi, preterintenzionali) commessi con armi legalmente detenute", ci spiega l'esperto.
"E questo - continua Beretta - finisce per oscurare un fenomeno che è molto rilevante in Italia, dove ormai da anni gli omicidi commessi con armi legali superano ampiamente quelli per furti e rapine. Detto semplicemente: se c'è un'emergenza oggi nel nostro Paese non sono gli omicidi durante le rapine, ma le armi regolarmente detenute, i controlli sui legali detentori di armi e come le custodiscono. L'unico che riporta dati sugli omicidi con armi legali in Italia è l'Osservatorio OPAL in uno specifico database pubblico". Lo si può consultare qui.