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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'omicidio di Melzo / Milano

Rosa Fabbiano: le "strane" bugie ai parenti e i dettagli horror dell'omicidio della madre

Si è trincerata nel silenzio più assoluto l'operaia 58enne di Melzo in carcere per l'omicidio di Lucia Cipriano, 84 anni. Mesi di scuse, i suoi familiari pensavano che l'anziana fosse in una Rsa. I dubbi sulla data del delitto. Il gip: "Assoluta incapacità nel sopportare il decadimento fisico e mentale altrui"

Perché Rosa Fabbiano, l'operaia 58enne di Melzo, nel Milanese, ha ucciso la madre di 84 anni Lucia Cipriano facendo a pezzi il cadavere poi trovato dopo circa due mesi nella vasca da bagno? I motivi sarebbero da ricondursi "all’assoluta incapacità dimostrata dall'indagata nel sopportare il decadimento fisico e mentale altrui e, in particolare, di coloro che le sono affettivamente legati". A scriverlo è il gip di Milano Giulio Fanales nell'ordinanza di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare in carcere, dove si mette in luce anche il pericolo di reiterazione del reato.

Rosa Fabbiano, arrestata per l'omicidio della madre

I dettagli dell'omicidio sono da film horror. Fabbiano avrebbe ucciso la madre, affetta da un principio di demenza e di non facile gestione, "facendola prima adagiare all'interno della vasca da bagno e dopo coprendola con un telo in cellophane, che fissava ai bordi della vasca con del nastro adesivo, in modo da non far passare aria". In seguito ha mutilato il cadavere mantenendolo all’interno della vasca da bagno, sigillata da un telo di cellophane. I carabinieri hanno trovato guanti in lattice, segni di bruciatura sui vestiti dell'anziana e, sul bordo della vasca, "una lama per seghetto della lunghezza di 31 cm" e "una sega con lama metallica lunga complessivamente 45 cm".

Rosa Fabbiano si è trincerata nel silenzio più assoluto. Non parla a gip e pm, ma non aveva detto una parole dell'orrore nemmeno ai parenti, alle sorelle, al figlio, al marito. Un segreto terribile è inconfessabile. L’altra figlia della vittima la scorsa settimana è andata a Melzo perché non riusciva a sentire la madre da due mesi. Rosa aveva informato la sorella del “notevole peggioramento delle condizioni psicofisiche” della donna. Il 12 aprile Rosa Fabbiano le aveva riferito di aver portato la madre a casa propria "per poterla accudire più agevolmente", poi via messaggio aveva fatto riferimento l’intenzione di portarla di una struttura dove potesse essere assistita meglio. Erano bugie, scuse. Luca Cipriano era morta ormai. Uccisa da sua figlia. Davanti alle richieste di chiarimento della sorella, che si facevano più insistenti, ha parlato dunque evasivamente di una “positività al Covid” della donna, e anche di un ricovero della stessa "presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Melegnano", "la porto a casa da me", "l’abbiamo portata in una Rsa qui vicino, non stare a venire". Incongruenze, senza senso, che hanno convinto la sorella a mettersi in macchina dal Trentino per andare fino alle porte di Milano a verificare come stessero effettivamente le cose. Così si è spalancato un baratro di orrore.

Tutte le bugie

Arrivata a Melzo a casa della madre insieme alla sorella Rosa aveva percepito qualcosa di strano già per il fatto che tutte le finestre fossero spalancate. Quando ha provato ad andare in bagno, poi, è stata subito fermata. Uscite dall'abitazione, la 58enne avrebbe confessato di aver fatto un disastro, chiedendo di essere portata in caserma. Subito dopo poi si sarebbe però pentita iniziando a gridare, scendendo dall'auto e scappando tra i campi. La sorella minore a quel punto aveva chiamato il 112.

Anche la terza figlia dell'anziana ha dichiarato agli inquirenti "di avere perso ogni contatto personale e telefonico con la madre nel mese di marzo, a seguito del notevole peggioramento delle condizioni di salute di lei, palesemente priva di lucidità, e di avere ritenuto che la madre fosse stata portata dalla sorella Rosa presso l'abitazione di quest'ultima". Era solo Rosa ad avere le chiavi di casa dell'anziana ed era lei "in concreto ad accudire in modo continuativo la madre".

Non ne sapeva nulla nemmeno il marito dell’indagata non sapeva nulla. “Ho sempre osservato mia moglie occuparsi di mia suocera in via esclusiva, a fine marzo mi ha detto che sarebbe stata ricoverata in un centro di assistenza e cura per il deterioramento delle sue condizioni psichiche”, avrebbe detto, sottolineando che la moglie “mostrava particolare ritrosia nel parlarmi ulteriormente di mia suocera, a detta sua ormai non era più curabile perché affetta da una forma irreversibile di demenza”.

La data esatta dell'omicidio

Il figlio di Rosa Fabbiano ha detto  di aver saputo dalla madre che, dopo un “fallimentare tentativo di affidare Lucia Cipriani ad una badante, la nonna era stata collocata all'interno di una struttura sanitaria”. Dalle parole di una badante si potrebbe forse risalire alla data esatta della morte. Infatti ha raccontato di aver visto l'anziana il 24 marzo 2022, quando per un solo giorno l'ha accudita, ma non aveva proseguito a lavorare lì per “la sostanziale ingestibilità” dell'anziana. Rosa Fabbiano il giorno dopo disse alla badante di non tornare: le avrebbe consegnato all'esterno i suoi “effetti personali”.

Il delitto sarebbe dunque stato commesso "fra marzo 2022 e i primi di aprile", per il gip  visto il grado di deterioramento del cadavere. E'  "di fuori di ogni logica rappresentazione l’ipotesi astratta" della morte "riconducibile a causa naturale, o comunque a fattore accidentale".

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