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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

La figlia di Schettino contro De Falco: "Quella telefonata mi distrusse la vita, avevo 15 anni"

Rossella Schettino, la figlia di Francesco Schettino, ha deciso di aprire un profilo Facebook per far sentire la sua voce. Ne ha anche per Gregorio De Falco

Rossella Schettino, la figlia di Francesco Schettino, ha deciso di aprire un profilo Facebook per far sentire la sua voce. Ne ha anche per Gregorio De Falco.

L'ex comandante della Costa Concordia è in carcere a Rebibbia dopo la condanna a 16 anni di carcere.

Secondo Rossella, che ha 21 anni, l'informazione è "manipolata": un giornalista che aveva contattato per esprimere il suo punto di vista su ciò che è accaduto in questi anni le dice "l'intervista è interessante, ma il direttore ha deciso di non pubblicarla". "Vi pare normale?", commenta lei. "Sono 6 anni che l’informazione intorno alla vicenda di mio padre è manipolata, a partire da quella telefonata di De Falco hanno iniziato a costruire la verità di comodo".

"In questi anni - scrive la figlia dell'ex comandante - ho letto titoli di giornale che non avevano nessuna attinenza con la verità. Virgolettati attribuiti a mio padre su cose mai dette. Ancora in questi mesi ho dovuto leggere cose al limite del ridicolo. Hanno scritto che porto bottiglie di acqua di mare a mio padre e che se le versa in testa. È una cosa assurda ed anche totalmente inverosimile, non si può portare nessun liquido all’interno di un carcere. Questo solo per farvi un esempio delle totali falsità che si sono inventati per portare a termine quel progetto di demolizione personale e mediatica finalizzata allo scopo di creare il colpevole perfetto."

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La telefonata del "Vada a bordo c..." ha cambiato secondo Rossella Schettino la percezione della realtà relativa al tragico naufragio dell'Isola del Giglio, in cui sono morte 32 persone.

La giovane parla così anche di De Falco, finito recentemente sui giornali per una presunte lite con la moglie: "Al di là di quale sia la realtà dei fatti e la misura dell’episodio mi indigna sentire che lui e la moglie si lamentino di essere vittime di strumentalizzazione mediatica. Lamentano inoltre che fatti famigliari e personali vengano riportati dai giornali, la signora De Falco dice ora che vuole siano tutelate le figlie. Ciò che mi indigna - prosegue Rossella Schettino - è che sia proprio De Falco a ritenersi vittima di una strumentalizzazione mediatica. Proprio lui che con la celebre telefonata del 'Vada a bordo ca..o', crocifisse mediaticamente mio padre".

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"Quale tutela - si domanda - ebbi io che all’epoca avevo 15 anni? Quale rispetto e tutela ci fu nei miei confronti? Queste cose non gli interessavano quando rilasciava certe dichiarazioni? Chi diede quella telefonata in pasto ai giornali? De Falco in quella telefonata dimostrò di non sapere neppure quale fosse la situazione in quel momento, ignorava completamente le informazioni e non era interessato a collaborare con chi era sul campo come mio padre. Continuava a dare ordini impraticabili come quello di risalire a bordo di una nave ribaltata di 90° (e non fatevi ingannare da chi dice che ci fu chi risalì, nessuno tornò a bordo a quell’ora, in quella condizione ormai definitiva di ribaltamento, da quel lato della nave e senza ricevere il supporto tecnico necessario, ciò che veniva richiesto a mio padre era impossibile). Faceva richieste inutili, come la conta e la suddivisione dei passeggeri".

"Ma la cosa più grave - conclude  - fu la divulgazione di quella telefonata nell’esclusivo interesse di De Falco. Fu utile solo a lui che ottenne la visibilità e la notorietà cui ambiva. Quella telefonata doveva rimanere agli atti processuali come tutte le telefonate intercorse quella notte. Invece, stranamente, il file venne fatto pervenire alla stampa come se una lunga mano sapesse esattamente dove attingere. Ricordo che a seguito di quella divulgazione venne aperto un fascicolo per fuga di notizie dimenticato poi chissà dove e chissà perché. Non dimentico neppure che accusò mio padre di aver portato via la scatola nera della nave, salvo poi dover ritrattare quell’accusa il giorno successivo".

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