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Giovedì, 25 Aprile 2024
"L'obbligo di proteggere il proprio cliente"

Ottanta prelievi dal suo bancomat e non se ne accorge: perché la banca deve rimborsare tutto

Un anziano risparmiatore non aveva il servizio di allerta attivato. Dopo due mesi si è accorto degli ammanchi ed è stato rimborsato per il furto: per l'Arbitro bancario finanziario, il suo istituto di credito avrebbe dovuto attivare un "sms alert" anche se non richiesto. La storia

Gli rubano il bancomat ed effettuano 80 prelievi non autorizzati per circa diecimila euro. Lui si accorge del furto solo dopo due mesi, scopre gli ammanchi sul suo conto corrente e denuncia tutto ai carabinieri, ma la banca si rifiuta di rimborsarlo. Solo in un primo momento, però, perché adesso l'istituto di credito dovrà "restituire" tutta la somma. La vicenda di un anziano risparmiatore ha permesso all'Arbitro bancario finanziario (Abf) di emettere un'importante decisione sulla responsabilità nei casi in cui le banche non abbiano dotato i risparmiatori del servizio di allerta (sms alert o simili) che avvisano delle operazioni eseguite. L'Abf, un sistema di risoluzione alternativa delle controversie che possono sorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari, ha condannato la banca a rimborsare, anche se il servizio di allerta non era mai stato richiesto.

Gli rubano il bancomat e non se ne accorge: ecco perché la banca lo deve rimborsare con 10mila euro

Tutto è successo a Parma, dove un anziano risparmiatore poco avvezzo ad utilizzare il bancomat e titolare insieme alla moglie di un conto corrente presso un istituto di credito, si era accorto solo dopo diverso tempo di non essere più in possesso della carta, abitualmente custodita all'interno del portafoglio. Informata immediatamente la propria filiale, aveva bloccato il bancomat e denunciato l'accaduto ai carabinieri, precisando di non aver mai custodito il bancomat insieme al codice pin. L'uomo aveva poi esaminato l'estratto conto del bancomat, scoprendo circa ottanta tra operazioni di pagamento e prelievi effettuati da ignoti in oltre due mesi. Operazioni che avevano letteralmente prosciugato il conto del risparmiatore, procurandogli un ammanco di oltre diecimila euro.

Malgrado la denuncia, però, la banca si era rifiutata di riconoscere il rimborso, lamentando la mancata adesione al servizio "sms alert" e sostenendo che ripetuti prelievi non potevano che essere avvenuti a seguito dell'inserimento del pin corretto. A quel punto l'uomo aveva chiesto aiuto a Confconsumatori Parma e, assistito dall'avvocato Grazia Ferdenzi, aveva deciso di rivolgersi all'Arbitro bancario finanziario. L'Abf ha riconosciuto il diritto dell'anziano risparmiatore ad essere rimborsato, anche se non si era immediatamente accorto della perdita del bancomat e nonostante non avesse mai richiesto l'attivazione del servizio di sms alert. Secondo l'Abf, infatti, la banca avrebbe avuto l'obbligo di predisporre, a favore dell'utente, un servizio di avviso tempestivo riguardo alle operazioni compiute con il bancomat, fornendo al cliente un servizio di sms alert o una protezione assimilabile, da cui l'intermediario poteva ritenersi esonerato soltanto dimostrando l'esplicito rifiuto del cliente. Pertanto, l'Arbitro ha disposto a favore del consumatore il rimborso di tutte le operazioni non autorizzate.

Secondo Grazia Ferdenzi, avvocato di Confconsumatori Parma, si tratta di "una decisione molto importante, perché attribuisce all'istituto di credito l'obbligo di proteggere il proprio cliente fornendogli automaticamente un idoneo servizio di informazione che consenta di venire a conoscenza, senza ritardo, di ogni operazione compiuta attraverso il bancomat, anche qualora tale servizio di informazione non sia stato richiesto dallo stesso cliente in maniera esplicita". L'Arbitro ha riconosciuto, infatti, "come il comportamento del risparmiatore che si accorge di non essere più in possesso del proprio strumento di pagamento a distanza di parecchio tempo dal furto o dallo smarrimento, non configuri una responsabilità a carico di quest'ultimo se l'istituto di credito non ha adottato ogni strumento di avviso che, nel caso specifico, avrebbe potuto consentire al cliente il blocco della carta immediatamente dopo il primo prelievo non autorizzato e limitare così le ingenti perdite subìte", conclude il legale. 
 

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