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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Italia

"Ad Arcore aspiranti mantenute, non prostitute": processo show a Minetti e Fede

Chiesta la conferma delle condanne per l'ex direttore del Tg4 Emilio Fede e per l'ex consigliera lombarda Nicole Minetti nell'ambito del secondo processo d'appello "Ruby bis"

Non erano "prostitute", ma al massimo "aspiranti mantenute" le circa 30 ragazze ospitate da Silvio Berlusconi ad Arcore nelle serate del "bunga bunga". Lo ha sottolineato l'avvocato Paolo Righi, difensore di Nicole Minetti insieme con il collega Pasquale Pantano, durante la sua arringa difensiva nel secondo processo d'appelo "Ruby bis" in cui il sostituto procuratore generale di Milano ha chiesto la conferma delle condanne per Emilio Fede e Nicole Minetti.

Secondo il legale della diesa  "le ragazze hanno scelto liberamente cose volevano fare ad Arcore. E il principio di autodeterminazione della sfera sessuale è sacrosanto. Non c'è stato nessun tipo di forzatura della loro volontà".

Processo Ruby bis: la vicenda

Favoreggiamento della prostituzione: per Nicole Minetti ed Emilio Fede il sostituto procuratore generale di Milano ha chiesto la conferma delle condanne per le serate organizzate nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore.

Le ragazze avevano uno scopo preciso: "Far stare tranquillo e mettere di buonumore Silvio Berlusconi" spiega il Pg Daniela Meliota in Tribunale chiedendo la conferma delle condanne per l'ex direttore del Tg4 e per l'ex consigliera lombarda rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e a 3 anni di reclusione, nel processo d'appello 'bis' sul caso 'Ruby bis'. Il procedimento è scaturito dal rinvio ad un nuovo appello dopo la sentenza della corte di Cassazione che aveva deciso di rinviare a un nuovo appello a causa di alcune "lacune motivazionali" della sentenza di secondo grado con cui Fede era stato condannato a quattro anni e dieci mesi e la Minetti a tre anni. Sempre nel primo appello era caduta per entrambi l'accusa di aver favorito la prostituzione di Ruby - allora minorenne -, mentre per Fede era rimasta l'accusa di tentata induzione per le tre giovani - Danese, Battilana e Fadil - che avevano detto di no.  

Processo Ruby: "Prostitute per il buonumore di Berlusconi"

Il pg nell'intervento, oltre a chiedere di respingere una questione di illegittimità costituzionale del reato di favoreggiamento della prostituzione presentata dalle difese, ha spiegato che Fede (accusato anche di tentata induzione) favorendo la prostituzione per l'ex Cavaliere voleva "guadagnarci" in termini economici e di "posizione" e aveva il compito di portare "merce nuova" a villa San Martino.

"Le ragazze portate ad Arcore - ha detto il pg nella requisitoria - servivano per far stare tranquillo e mettere di buon umore Silvio Berlusconi ed Emilio Fede aveva il ben preciso scopo di farle prostituire per mantenere la sua posizione di direttore del Tg4 e l'autorevolezza e i guadagni che ne derivavano". 

Minetti, invece, aveva il ruolo "fondamentale" di fornire "abitazioni" alle ragazze.

"Oggi non è pensabile - ha sottolineato il pg - pensare a un'attività di libera prostituzione. Il favoreggiamento a carico di Fede, che non aveva alcun scopo filantropico, esplode dalle carte processuali col concorso di Lele Mora, già condannato, che ha più volte dichiarato a verbale che l'unica ragione per cui si prestava a portare le fanciulle a Berlusconi era recuperare del denaro che non si fermava nelle casse della sua società ma - ha concluso Meliota - finiva come provvigione anche nelle tasche di Fede".

Dal bunga bunga al processo Ruby

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