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Giovedì, 25 Aprile 2024
INTERVISTA

Pedofilia online: "Non possiamo lasciare il web in mano alla criminalità"

Raffaele K. Salinari, presidente di Terres des Hommes, spiega la gravità del fenomeno del turismo sessuale minorile via webcam e perché non si possa lasciare il web alla criminalità organizzata

Dopo l'esperiemento di Sweetie, la bimba virtuale creata da Terres des Hommes per indagare il fenomeno del webcam child sex tourism (turismo sessuale minorile via webcam) l'ong ha lanciato una petizione on line per fare pressione sui governi di tutto il mondo. Raffaele K. Salinari, presidente dell'organizzazione spiega questo fenomeno e il perché della sua gravità.

"Sono 100 mila gli utenti al minuto che da tutto il mondo si collegano alle chat per incontrare minorenni e chiedere prestazioni sessuali on-line . Ma soltanto sei sono stati denunciati. Esiste il reato, esistono le leggi, non c'è però ancora l'impegno necessario per fronteggiare il problema. E' un fenomeno di cui si conosce l'ampiezza, il problema è che non si fanno indagini proattive"

Come possiamo immaginare la portata del Webcam Child Sex Tourism?

"Dobbiamo pensare a come e con che velocità si è diffusa la tecnologia del Web nelle società: oggi tutti possono collegarsi a internet e sempre più con strumenti che aumentano le possibilità di accesso, come gli smartphone e i tablet. La nostra società è informatizzata e questo, oltre ad aumentare le possibilità di comunicazione, aumenta anche i rischi. Dobbiamo stare tutti al passo coi tempi e non possiamo lasciare che le reti criminali utilizzino indisturbate le possibilità dell'on-line per fare profitti e violare sistematicamente i diritti umani"

Che cosa è emerso dall'esperimento che avete condotto attraverso Sweetie?

"Attraverso le nostre statistiche, che sono frutto di un esperimento empirico, quindi riguardano strettamente il nostro caso, nel giro di due mesi a Sweetie, si sono connessi una quantità tale di utenti che i nostri stessi server non erano in grado di supportare. Era necessario semplicemente entrare in chat, dire di essere una bambina di dieci anni e in pochi secondi già gli utenti cercavano di mettersi in comunicazione, richiedendo prestazioni sessuali. Per questo abbiamo deciso di lanciare l'allarme: pedofili e sfruttatori di bambini possono agire indisturbati nella rete ma è anche facile rintracciarli"

Quali sono gli obiettivi della petizione che avete lanciato?

"La petizione serve per scuotere finalmente questa situazione di stallo, mettere insieme indagini coordinate e uscire dalla passività con cui il fenomeno è vissuto. Si tratta anche di coordinare le banche dati delle varie polizie nazionali, il che potrebbe davvero arginare il fenomeno, visto che il reperimento di chi usufruisce della pedopornografia via internet non è così difficile, come il nostro esperimento dimostra. Infine non chiediamo altre leggi o nuove norme per regolamentare questi reati, perché già esistono: un esempio su tutti è la ratifica della Convenzione di Lanzarote, avvenuta il 23 ottobre 2012, per la protezione dei minori dall’abuso e dallo sfruttamento sessuale. Deve esserci quindi la volontà di avviare un percorso coordinato per combattere il fenomeno, perché gli strumenti già ci sono tutti"

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