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Giovedì, 28 Marzo 2024
Giustizia

Il saluto romano non è reato: "Nessuna apologia di fascismo, ma commemorazione"

Assolti in appello due esponenti di Casapound. Altri sette erano già stati prosciolti

I gesti, quelli sì, erano tipici “rituale del disciolto partito” fascista. Però, secondo i giudici, è impossibile stabilire che nell’intenzione degli accusati ci fosse una “condotta diffusiva” dell’ideologia. 

La Corte d’Appello di Milano ha assolto Marco Clemente e Matteo Ardolino, i due esponenti di Casapound accusati di apologia del fascismo per aver fatto il saluto romano durante la classica commemorazione, avvenuta il 29 aprile del 2014, di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani

I due erano già stato assolti dal gup il 10 giugno del 2014 e a settembre - ma le motivazioni sono state pubblicate solo adesso - i giudice della seconda sezione avevano confermato l’assoluzione perché - si legge - “non è chiaro” se "il loro comportamento abbia superato il confine della commemorazione per giungere alla condotta diffusiva”. 

La commemorazione di Sergio Ramelli

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Per i due, la procura aveva chiesto tre mesi di reclusione mettendo in evidenza la “volontà diffusiva” - evidentemente non riscontrata dalla corte d’Appello - “della ideologia fascista”. 

“Non vi è dubbio" - chiariscono i giudici d’Appello - che ci sia stati il richiamo all'ideologia del fascismo - gli indagati avevano fatto il saluto romano - ma "appaiono dubbie la volontà e la capacità diffusiva della manifestazione stessa".

Nel marzo scorso, con una sentenza della Cassazione, era diventato definitivo il proscioglimento di altri sette militanti di estrema destra accusati anche loro di apologia del fascismo

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