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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La storia di Salvatore, il parrucchiere anti-camorra: 'Dopo la denuncia sono rimasto solo'

A Napoli la campagna dei Verdi #iostoconsalvatore per sostenere il commerciante che due anni fa denunciò le minacce dei camorristi. Un atto di coraggio che però gli è costato caro: "Tanti like sui social, ma poi in quanti vengono a farsi tagliare i capelli?"

"Quella di oggi è una bellissima iniziativa, ma una svolta la devo dare. Sono rimasto solo e non posso andare avanti chiedendo l'elemosina". Salvatore Castelluccio, il parrucchiere 46enne che due anni fa denunciò le minacce ricevute da camorristi, non ha ancora cambiato idea: vuole lasciare Napoli.

La sua attività, in largo Ecce Homo, in pieno centro storico, ha subito un durissimo contraccolpo dopo la sua presa di posizione: "Bisogna sempre denunciare, è un dovere di tutti - afferma - ma lo Stato dovrebbe stare più vicino a chi lo fa".

Davanti alla sua bottega oggi si sono riuniti alcuni esponenti dei Verdi, che hanno lanciato la campagna #iostoconsalvatore. (In basso il video di NapoliToday).

E' stato attivato un conto corrente postale per sostenere il commerciante e lui si è impegnato a rendicontare pubblicamente tutte le donazioni he arriveranno. "Salvatore è stato lasciato solo soprattutto dalla gente del quartiere. Tanti like sui social, ma in quanti vengono qui a farsi tagliare i capelli? - attacca il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli - Salvatore è un simbolo e va sostenuto come tutti quelli che hanno il coraggio di denunciare la camorra".

Parrucchiere anti-racket sotto scorta

Il boss del quartiere, raccontava Castelluccio alle Iene che lo intervistarono nel febbraio 2016, gli aveva fatto visita nel suo negozio in largo Ecce Homo, nel cuore del centro di Napoli, e gli aveva imposto di pagare un contributo mensile di 300 euro. Il pagamento del pizzo avveniva sotto varie forme: il "classico" contributo ai carcerati, la vendita di biglietti di una lotteria, la moglie del boss che andava a fare messa in piega e colore ma non pagava mai ("Passa mio marito", ripeteva).  "Mi ha anche chiesto di assumere nel mio negozio una donna, che diceva essere sua parente di cui non avevo bisogno - raccontava Castelluccio - L'ho presa, ma dopo un po' l'ho mandata via e si sono presentati il boss e altre persone chiedendomi un contributo di duemila euro al mese".

A quel punto Castelluccio si risolve a chiamare la polizia e denunciare tutto. Gli agenti, in borghese, arrestarono gli emissari in flagranza di reato, mentre il boss riuscì a fuggire in sella al motorino. Raffaele "Lelluccio" Trongone fu arrestato qualche tempo dopo: in carcere le intercettazioni rivelarono conversazioni che fecero scattare la necessità di misure di protezione per Salvatore Castelluccio. 

Quando diceva: "Denunciare conviene"

"Io sono convinto che da queste parti pagano tutti, o quasi, in silenzio per mancanza di fiducia verso lo Stato, mentre io sono la prova che ci si può fidare. Per questo lo ripeto a tutti: denunciare conviene", diceva Salvatore nel 2015 al Corriere della Sera. 

E oggi?  "Ecco cosa succede a chi denuncia", dice in un video pubblicato su Facebook lo scorso 25 luglio. La videocamera si gira e inquadra a 360 gradi il salone. Vuoto. "Siamo completamente soli. Poi lo Stato magari ci vuole riconoscere il danno biologico e il mancato guadagnato. Però vorrei capire dallo Stato questi conteggi come vengono fatti, visto che ti danno una miseria per riavviare l'attività. Con quei pochi spiccioli non si può riavviare una vita serena come quella che facevi prima". 
 

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