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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

La cena di Salvini con il commercialista arrestato (e il trojan)

Nell'inchiesta sui soldi della Lega ci sono anche le intercettazioni del segretario della Lega durante un incontro a Roma con Manzoni e Calderoli. Si parla di un direttore di banca e di operazioni sospette e segnalate da Bankitalia

Agli atti dell'indagine su Lombardia Film Commission che ha portato agli arresti domiciliari i tre commecialisti vicini alla Lega insieme al cognato di uno dei tre e all'indagine sull'elettricista Francesco Barachetti c'è anche il resoconto di una cena romana svoltasi tra il 26 e il 27 maggio in cui era presente il leader del Carroccio Matteo Salvini. Con lui seduti al tavolo il commercialista Andrea Manzoni, il vicepresidente del Senato nonché coordinatore delle segreterie nazionali del partito Roberto Calderoli (che però smentisce, si veda edit alla fine dell'articolo) e il senatore bresciano Stefano Borghesi, eletto nel 2018, commercialista di professione e già socio di studio con Manzoni, Alberto Di Rubba, altro indagato nell’indagine, e lo stesso Giulio Centemero, attualmente tesoriere.

La cena di Salvini con il commercialista arrestato (e il trojan)

Il resoconto delle discussioni tra i quattro è stato possibile redigerlo grazie a un trojan. Il Fatto Quotidiano e La Repubblica, che ne parlano oggi, raccontano che al centro dei discorsi c'è Marco Ghilardi, direttore della filiale Ubi Banca di Seriate in provincia di Bergamo, che sta rischiando il licenziamento perché non ha segnalato alcune operazioni sospette relative a conti di società riconducibili proprio a Di Rubba e Manzoni presso la sua banca. 

Perché Salvini, Calderoli, Borghesi e Manzoni si preoccupano del destino di un direttore di banca? Su quel conto in sei anni sono passati circa due milioni di euro. Secondo chi indaga i movimenti dei conti associati alle leghe regionali sarebbe stato un modo per creare casse esterne e sottrarre i soldi del partito a rischio sequestro per la famosa storia dei 49 milioni

I brogliacci colgono la preoccupazione – riferita dagli indagati, intercettati anche col trojan –dei vertici del partito per le vicende della filiale Ubi di Seriate. L’affare è tanto delicato da scomodare per questo incontro riservato e lontano da luoghi istituzionali lo stesso Salvini. Marco Ghilardi, dopo quella cena, sarà licenziato e i commercialisti della Lega si adopereranno per fargli avere un avvocato importante. L’episodio della cena sposta l’indagine oltre il recinto tracciato della vicenda Film Commission.

Tra una portata e l’altra, infatti, il tema non sono solo i soldi, ma quel flusso di denaro che la stessa Unità di informazione finanziaria (Uif) presso la Banca d’Italia aveva segnalato un anno prima. Del resto, già Andrea Manzoni nelle sue spontanee dichiarazioni del 3 settembre aveva spiegato come era stato il tesoriere della Lega Giulio Centemero (non indagato, ma imputato per finanziamento illecito in un’altra inchiesta milanese, relativa all’associazione Più Voci) a coordinare la nomina di Di Rubba alla presidenza della fondazione regionale Lombardia Film Commission. Particolare confermato in un verbale dall’ex assessore regionale alla Cultura Cristina Cappellini.

Ecco quindi che si comprende come la storia dell'immobile acquistato con 800mila soldi pubblici usciti da aziende che avevano al vertice personaggi della Lega è soltanto parte di un capitolo più ampio che fa parte della caccia dei magistrati ai soldi pubblici che la Lega avrebbe dovuto restituire dopo la condanna ricevuta da Umberto Bossi e Francesco Belsito. Tra Roma, Milano, Bergamo e la Svizzera la procura sta tentanto di tracciare i soldi arrivati al prestanome Luca Sostegni: secondo la sua testimonianza quel denaro sarebbe servito per la campagna elettorale del 2018. 

Salvini intercettato con il trojan alla cena con il commercialista indagato

Repubblica riferisce che nell'indagine la procura genovese sta usando Nuix Investigator, già sperimentato dall’Fbi sui Panama Papers: un software che “incrocia” ogni dato possibile tra telefoni, carte di credito, conti bancari, indirizzi mail, partite Iva e codici fiscali. Mentre la procura milanese si affida ai trojan, malware infilati nei telefoni (per intercettarli) di Scillieri, Di Rubba e Manzoni. E ieri proprio Salvini ha parlato della vicenda: «Guardi che su due dei tre io posso mettere la mano sul fuoco, nel senso che Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni li conosco, sono persone per bene. Io non ho parlato di giustizia a orologeria, per me i magistrati possono indagare su quel che vogliono. Dico solo che ancora una volta non approderanno a nulla. Come per i 49 milioni, come per Siri. Possono cercare quei soldi e fondi ovunque: in Russia, in Lussemburgo, in Svizzera ma la ricerca non approderà a nulla. Perché non c’è nulla di illecito che la Lega abbia commesso. Ecco perché sono tranquillo».

Eppure, scrive Repubblica, il Capitano non sembra affatto tranquillo. Magari da ex ministro dell’Interno sa quale sia la portata e la capacità di penetrazione di quel software spia. O magari non pensa a quello.

Sta di fatto che teso lo sarà fino a sera, quando il mini tour di sostegno al candidato forzista Stefano Caldoro che i sovranisti hanno sì e no tollerato, dopo le tappe di Torre del Greco, Gragnano, Eboli, Secondigliano, Giugliano, si concluderà in una Piazza Matteotti, nel cuore di Napoli, più vuota che piena, come dimostrano le immagini.

Piazza che il capo leghista, al pari di Almirante negli anni Settanta, si ostina a chiamare «Piazza della Posta, perché i napoletani la ricordano così». Omettendo di dire che era il nome sulla targa ai tempi del fascismo, sostituito nel Dopoguerra con quello della vittima del regime.

Edit 13 settembre 2020 - Il senatore della Lega Roberto Calderoli smentisce la sua presenza alla cena in un'intervista rilasciata oggi a La Stampa:

Calderoli, cosa ribatte? «Che chi ha fatto il mio nome mi conosce davvero poco». Perché? «Perché non vado mai a cena fuori. Mangio sempre a casa, al massimo al Senato. Per smentire, non ho dovuto nemmeno guardare l’agenda». E’ sicuro? Mai dire mai. «Sicurissimo. Oltretutto scrivono che ci sarebbe stato anche Salvini. Bene: l’ultima volta che ho mangiato con lui risale a due anni e mezzo fa, e con tutto un altro gruppo». Insomma, lei smentisce. «Sì. Premesso che non ci sarebbe nulla di male, io con questi signori non ho mai mangiato. Del resto, smentisce anche la Procura, cosa assolutamente insolita»

L'articolo è stato aggiornato rispetto alla sua pubblicazione iniziale

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