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Venerdì, 29 Marzo 2024
Scomparsa / Reggio Emilia

Saman Abbas: si cerca il cadavere con unità cinofile e magnetometro

I carabinieri sarebbero convinti del fatto che il corpo sia stato sepolto non lontano dalla casa dei genitori a Novellara in provincia di Reggio Emilia, la stessa abitazione da cui la ragazza pachistana ha tentato più volte di fuggire

Il sospetto è sempre più concreto, le speranze di ritrovarla in vita ridotte al lumicino. Le abbondanti piogge che si sono abbattute nelle ultime ore su tutta l'Emilia-Romagna non hanno interrotto le ricerche di Saman Abbas, la ragazza di diciott'anni scomparsa da oltre un mese e probabilmente uccisa dallo zio per il suo rifiuto a un matrimonio combinato. Si cerca il corpo nelle zone agricole intorno a Novellara.

Saman Abbas: continuano i carotaggi del terreno a Novellara

I carabinieri sarebbero convinti del fatto che il corpo sia stato sepolto non lontano dalla casa dei genitori a Novellara in provincia di Reggio Emilia, la stessa abitazione dal cui la giovane donna pachistana aveva tentato più volte di fuggire in passato. Oggi continuano i carotaggi del terreno per agevolare, da domani, il lavoro delle unità cinofile. Sempre nella giornata di domani si inizierà l'utilizzo del magnetometro, in grado di scandagliare in profondità il sottosuolo fino a cinque metri. Sul posto dovrebbero arrivare anche il procuratore reggente Isabella Chiesi, affiancata dal sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, Laura Galli.

Si sarebbero intensificati i contatti tra i militari del Nucleo investigativo e il Servizio centrale di Polizia del ministero dell'Interno al fine di giungere quanto prima alla consegna da parte delle autorità d'Oltralpe del cugino fermato in Francia. Il giovane parente era stato arrestato una settimana fa a Nimes, in Francia mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna.

Lui, assieme a un altro cugino e allo zio Danish Hasnain (ritenuto l'esecutore materiale del delitto), sono stati i primi indagati dopo essere comparsi nel primo video sospetto ripreso dalle stesse telecamere vicino alla cascina di famiglia, risalente al 29 aprile, in cui camminavano con due pale, un piede di porco, un secchio contenente un sacco azzurro: forse stavano andando a preparanre il luogo per occultare il cadavere di Saman.

Uccisa in uno spazio temporale di 13 minuti

Saman Abbas sarebbe stata uccisa all'interno di uno spazio temporale di 13 minuti. Ovvero dalle 00.09 del primo maggio alle 00.22. In questo intervallo di tempo le telecamere la inquadrano mentre lei esce di casa con uno zainetto in spalla, seguita dai genitori. E poi il padre torna a casa da solo. Senza di lei. L'ultimo messaggio al fidanzato risale alle 23.30 del 30 aprile con un telefono utilizzato di nascosto. Poi la lite con i genitori, la fuga tentata e l'intervento dello zio Danish Hasnain attualmente ricercato.

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L'appello delle giovani pachistane in Italia

E' una ''seconda generazione che soffre'' quella delle giovani pachistane in Italia, dove si sono formate una propria ''identità culturale individuale rispetto all'indentità di gruppo della prima generazione, un modello che non accettano''. E dove si descrivono come ''vittime'' e chiedono di essere ascoltate e capite, dicendo ''io scelgo, io decido''. Per questo, dicendosi ''molto triste per la libertà negata'' a Saman Abbas, il rappresentante della comunità pachistana in Italia, Ahmad Ejaz, dice che ''in questo momento è molto importante capire se sia viva o morta. Ed è molto importante salvare le altre ragazze come lei''.

Quello di Saman non è un caso isolato. ''Sono arrivate da noi alcune ragazze pakistane di Brescia, Milano, Bologna, Reggio Emilia che si sono definite vittime'', spiega Ejaz, denunciando come il matrimonio forzato che i genitori di Saman le volevano imporre ''non è una pratica solo di questa famiglia''. E ricorda come ''solo un anno e mezzo fa Sana Cheema a Brescia è stata uccisa'' per essersi opposta al volere dei genitori sulle nozze combinate. Purtroppo ''ci sono centinaia di ragazze che hanno accettato il matrimonio combinato'', ma ci sono ''tante altre che rivendicano 'io sono mia', e lo scrivono sui social'', spiega Ejaz, che ha fondato l'associazione 'Nuove Diversità' e il giornale online in urdu 'Azad'.

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