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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Ginecologi non obiettori: "Si parla solo dei medici, ma le donne sono sempre sole"

Non si ferma la polemica sul concorso all'ospedale romano. Elisabetta Canitano, ginecologa e presidente dell'associazione Vita di Donna: "Nessuno parla di linee guida e protocolli obbligatori per le donne che chiedono un aborto, per quelle che fanno la diagnosi prenatale e che vorrebbero fare eventualmente un aborto terapeutico"

"Il medico non obiettore è anche il medico che sta dalla parte della donna", dice Elisabetta Canitano, ginecologa della Asl RomaD e presidente dell'associazione Vita di Donna, mentre non si placa la polemica sul concorso per ginecologi non obiettori all'ospedale San Camillo di Roma. Uno scontro anche politico, che vede ancora una volta al centro la legge 194, la quale nel corso degli anni è stata più volte contestata e più volte "salvata" dai giudici

"Dopo la morte di Valentina Milluzzo a Catania, mi ha chiamato una donna che aveva avuto in passato una gestosi e ora voleva un altro figlio: 'Voglio andare in un ospedale dove vengo prima io, non voglio morire'", ci racconta Canitano, da sempre impegnata proprio l'applicazione della 194 in un Paese come l'Italia dove sette medici su dieci non praticano l'interruzione volontaria di gravidanza (igv) prevista dalla legge. Eppure il ministero della Salute specifica che dalle Regioni "non è giunta alcuna segnalazione di carenza di medici non obiettori e quindi il numero dei punti ivg appare più che adeguato rispetto al numero delle ivg effettuate". 

Sul caso del San Camillo sono arrivate le critiche della Cei insieme a quelle del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, delle associazioni pro-vita e di esponenti della destra. Il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma Giuseppe Lavra ha chiesto al presidente della Regione Lazio di revocare quello che considera un "atto iniquo". Proposta rispedita al mittente dal governatore Zingaretti, che ha sostenuto con forza il provvedimento. 

L'idea che sta uscendo dalle polemiche di questi giorni sulla questione del San Camillo è che vengano prima i medici e poi le donne. E' così?
Nessuno parla di linee guida e protocolli obbligatori per le donne che chiedono un aborto, per quelle che fanno la diagnosi prenatale e che vorrebbero fare eventualmente un aborto terapeutico, per la contraccezione, per esempio per l'inserimento della spirale dei cinque giorni dopo come contraccezione d'emergenza. Ogni donna è lasciata alla sua difficoltà, deve trovare la sua strada, deve essere fortunata di avere vicino un consultorio efficiente altrimenti non riesce ad abortire nei tempi giusti o nella modalità che preferisce, medica o chirurgica.

Ha detto che quello di Zingaretti è stato un gesto dimostrativo di dubbia efficacia. Perché?
Perché alla fine sembra confermato che ha soltanto sanato due ginecologi precari che già lavoravano lì da anni. Perché negli ospedali in cui la direzione non è favorevole non si potrà mai fare una cosa del genere. Perché non ha messo negli obiettivi dei direttori generali di tutti gli Ospedali del Lazio l'applicazione della legge 194/78 pena la sospensione dell'incarico. Questo sarebbe un gesto efficace e non dimostrativo....

Secondo il ministero non ci sono criticità nei servizi di ivg. I fatti smentiscono queste affermazioni?
Si per due motivi: uno perchè il ministero fa un conto totale, quindi non ci sono le donne che si devono spostare dalla loro regione per via delle liste d'attesa, e poi perchè fa solo il conto degli aborti eseguiti, e non di quelli richiesti. Se ne fai dieci risulta che ne hanno chiesti dieci, se ne fai tre ne hanno chiesti tre... non c'è la valutazione della difformità fra domanda e offerta.

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