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Giovedì, 25 Aprile 2024
Omicidio Yara

Tracce sulle auto di Bossetti: è il sangue di Yara?

I carabinieri dei Ris hanno trovato delle tracce di ferro sulla Volvo V40 e sul furgone di Bossetti: potrebbe essere sangue di Yara. Il muratore non ci sta: "Cerchino pure, non ho fatto niente"

ROMA - Le prove continuano a incastrarlo, almeno in teoria. Ma lui continua a difendersi, a giurare che con la morte di Yara non c'entra nulla. L'ultimo colpo alle convinzioni di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore quarantaquattrenne di Mapello in carcere per l'omicidio della ragazzina di Brembate, potrebbe essere arrivato ieri sera quando il luminol, un composto chimico che reagisce con il sangue, ha dato il suo responso

La luce blu, racconta il Corriere della Sera, si è illuminata più di una volta nella Volvo V40 e nel furgone Iveco cassonato del carpentiere: c'è ferro. Per i Ris spesso il passo successivo è la conferma: quel ferro è sangue. Però, occorre andare con i piedi di piombo. "Ferro sangue" non è una equazione verificata e dimostrata, né assolutamente certa, e per questo si aspetteranno i risultati dei laboratori. 

Nell'attesa, lui - il muratore tutto casa e lavoro - non cambia di una virgola la sua posizione. "Che cerchino pure - si è sfogato martedì con Silvia Gazzetti, uno dei suoi legali - non troveranno nulla, perché non ho fatto niente". Qualcosa, oltre le tracce segnalate dal luminol, però i carabinieri dei Ris e gli inquirenti lo hanno comunque trovato. 

Capelli, peli, fibre: altro materiale da guardare al microscopio. Il lavoro è poi proseguito con la ricerca delle impronte digitali sull’auto di Bossetti e oggi si è concluso sul furgone. I mezzi sono stati smontati, per cercare anche sotto i sedili, nelle pieghe della tappezzeria. Gli investigatori si sono concentrati soprattutto sull’auto perché sospettano che l’indagato possa aver avvicinato con la Volvo la bambina e, commesso il delitto, potrebbe aver portato sull’auto il suo sangue. Naturalmente una traccia della ragazzina di Brembate sull'auto del presunto assassino farebbe quadrare il cerchio. 

Ma i legali di Bossetti non si arrendono. "Vogliamo dimostrare la sua innocenza - ha commentato al Corriere, Claudio Salvagni, codifensore del carpentieri - A costo di percorrere la via più lunga. Le nostre consulenti ci stanno dando indicazioni preziose - sul Dna - Da un lato c’è la cosiddetta firma, cioè il profilo genetico sugli indumenti della vittima, dall’altro c’è quello che dice il nostro assistito. E non è privo di interesse. Cerchiamo riscontri, un’attività complicata".  

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