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Martedì, 16 Aprile 2024
La sentenza / Pordenone

Sara e Jessica, cugine travolte e uccise da un Suv: 7 anni al pirata della strada

Il 61enne Dimitre Traykov è stato condannato per omicidio stradale, con l'aggravante dell'omissione di soccorso. Indignate le famiglie delle giovani vittime: "Significa che ognuna delle loro vite valeva tre anni e mezzo"

È stato condannato a sette anni di reclusione Dimitre Traykov, il 61enne bulgaro responsabile del tamponamento mortale avvenuto il 30 gennaio scorso lungo la A28, ad Azzano Decimo, nel quale hanno perso la vita Sara Rizzotto, di 26 anni di Conegliano e la cugina, Jessica Fragasso, di 20, di Mareno di Piave. Il Gup del Tribunale di Pordenone ha condannato l'uomo per omicidio stradale, reato aggravato dall'omissione di soccorso e dalla fuga dal luogo dell'incidente. La pena tiene conto dello sconto di un terzo grazie al rito abbreviato: la Procura aveva chiesto una condanna a 7 anni e 8 mesi. Il Gup non ha contestato la guida in stato d'ebbrezza: l'uomo era stato rintracciato nella propria abitazione soltanto alcune ore dopo il tamponamento, da cui era fuggito a piedi. Agli agenti aveva affermato di aver bevuto soltanto dopo l'incidente. La perizia del tribunale aveva evidenziato che il tamponamento nel quale sono morte le due cugine venete sarebbe avvenuto ad almeno 180 chilometri all'ora. Inoltre, secondo quanto riportato dal Procuratore capo di Pordenone, Raffaele Tito, l'incidente ha avuto luogo mentre l'uomo era al telefono con la moglie, circostanza che avrebbe contribuito a rendere meno pronti i suoi riflessi alla guida.

Le famiglie delle vittime: "Pena insufficiente"

I familiari delle due giovani vittime non hanno accolto di buon grado la sentenza emessa dal tribunale di Pordenone nei confronti di Dimitre Traykov. "Non è giusto", ha esclamato la nonna di una delle due ragazze, mentre una mamma ha rincarato la dose: "Significa che ognuna delle loro vite valeva tre anni e mezzo". Le famiglie di Sara e Jessica si aspettavano una condanna esemplare, non inferiore ai dieci anni, pur nel rispetto degli sconti previsti dalla legge con questo tipo di rito. I legali dell'imputato hanno preferito non commentare, rimandando l'analisi della situazione alla lettura delle motivazioni della sentenza, che saranno depositate tra 15 giorni. 

La difesa: "L'imputato non era ubriaco"

Diversa la reazione di Gianni Massanzana, uno degli avvocati del 61enne bulgaro: "La difesa saluta con favore il riconoscimento del fatto che l'imputato non era ubriaco alla guida, in quanto ciò ridimensiona, pure ovviamente non eliminandolo, lo spessore criminale della sua condotta": "La sentenza, per quanto pesante, dà conto della volontà del giudice di trovare un giusto equilibrio tra i diritti delle persone offese e quelli dell'imputato - ha aggiunto - e non si è posta come obiettivo quello di soddisfare appetiti forcaioli, che spesse volte sono più proclamati da soggetti estranei al processo piuttosto che dalle stesse persone direttamente coinvolte".

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