Scambiata in culla 33 anni fa: risarcimento da un milione per lei e la famiglia naturale
Lo scambio di identità avvenne nel 1989 a Canosa di Puglia. La Regione dovrà ora valutare se ricorrere in Appello
Erano state partorite nello stesso ospedale e poi affidate per sbaglio a due madri che non erano quelle naturali. A distanza di 33 anni da quell'incredibile svista avvenuta nel 1989 a Canosa (Puglia), sul caso è arrivata la sentenza di primo grado del tribunale civile di Trani che ha stabilito l'entità del risarcimento per la donna di 33 anni che venne confusa con un'altra bambina e per la sua famiglia naturale. A riportare la notizia, con dovizia di particolari, è "La Repubblica Bari". Secondo quanto ricostruito alle due bambine non venne applicato il braccialetto identificativo, una leggerezza che portò a confondere le due neonate. La scoperta della vera identità è arrivata solo 2012, guardando casualmente delle foto su facebook, ed è stata poi confermata dai test del Dna.
La sentenza
Per i genitori della 33enne è stato disposto un risarcimento di 215mila euro, mentre altri 81mila andranno all'altro figlio dei due "per non aver potuto vivere compiutamente la relazione parentale". Alla donna che venne scambiata con un'altra neonata la Regione Puglia dovrà versare circa mezzo milione di euro. Tanti soldi, che però non potranno più cambiare il corso degli eventi. Tanto più che i rapporti della donna con la famiglia a cui era stata affidata per sbaglio sono stati tutt'altro che sereni. L'entità totale del risarcimento si aggira dunque intorno al milione di euro. La Regione valuterà se presentare appello.