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Giovedì, 28 Marzo 2024
Scandali

Vatileaks, la Cei all'attacco: "Qualcuno vuole 'far fuori' il Papa"

Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, parla in contemporanea al "network dei vescovi": "In molti hanno paura del rinnovamento". Poi, l'attacco: "Cretinate chi dice che ha agito per il bene di Francesco"

ROMA - "E' un attacco alla Chiesa ma non saprei da dove viene. Sicuramente a qualcuno sta facendo paura il processo di rinnovamento che Papa Francesco sta portando avanti". Queste la dure parole del segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in un'intervista congiunta su Tg2000, il telegiornale di Tv2000, e in Blu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, commentando il nuovo caso Vatileaks e la fuga di documenti riservati dal Vaticano. 

Credo che a qualcuno faccia paura una Chiesa che comincia ad essere inattaccabile su alcuni punti, che comincia ad essere credibile agli occhi anche dei non credenti e questo sta facendo perdere la ragione a qualcuno. Alcuni attacchi sono assolutamente ingiustificati.

"SOLO CRETINATE" - "Questi quattro signori - ha sottolineato ancora il segretario generale della Cei - se è vero che hanno detto di aver agito per il bene del Papa, hanno detto delle cretinate e sanno di mentire perché non si vuole bene ad una persona pugnalandola alle spalle o rubandole conversazioni private e facendo male alla Chiesa. Si vuole coprire con una foglia di fico un furto e una mancanza di fiducia. E' un gesto esecrabile".

I vescovi in Vaticano per il Sinodo

 

LA DIFESA DI CHAOUQUI - "E' stato monsignor Balda a fare quelle registrazioni a papa Bergoglio, io non ne sapevo niente". Lo afferma Francesca Chaouqui in un'intervista a Repubblica: "Lui stesso fece ascoltare un audio ai membri della Cosea, la commissione di revisione dei conti dei dicasteri della Santa sede, di cui ho fatto parte anch'io chiamata dallo staff di Bergoglio e della quale monsignor Balda era segretario". Eravamo amici? "Sì lo siamo stati, poi la scorsa primavera ha cominciato ad agitarsi, è come impazzito. Non è un segreto - spiega Chaouqui - che lui sperasse di ottenere il posto di revisore generale del Vaticano, per cui è stato scelto Libero Milone. Quando non è stato nominato, ha cominciato a fargli la guerra, cosa che probabilmente lo ha spinto a consegnare carte ai giornalisti. Ma io con la diffusione dei documenti non c'entro nulla, anche perché non avevo posti da prendere in Vaticano".

LA "RETTIFICA" - La stessa Chaouqui ha poi scritto stamattina su Facebook: "Iniziamo la giornata con un chiarimento. L'intervista a Repubblica è falsa. Un 'off the records' carpito per cortesia due giorni fa".

Ieri il giornalista che l'ha fatta mi ha tormentato, arrivati al ricatto che se non rilasciavo l'intervista avrebbe pubblicato quello che voleva. L'ho letteralmente mandato a quel paese. Questo è il giornalismo che sa fare Repubblica. Che disgusto.

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