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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

“Schettino negligente e imprudente”: le motivazioni della Cassazione

La Cassazione ha reso note le motivazioni che hanno portato alla conferma della condanna a16 anni per il comandante della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio del 2012

Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia “disattese una lunga serie di regole cautelari specifiche, con "inosservanza del livello di diligenza, prudenza e perizia oggettivamente dovuto ed esigibile". Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni della sentenza che ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio avvenuto nei pressi dell'isola del Giglio il 13 gennaio del 2012, in cui persero la vita 32 persone.

"Può senz'altro affermarsi - si legge nella sentenza depositata oggi - che l'evento-naufragio ha trovato specifico presupposto nella violazione di plurime regole cautelari che rendevano colposa la condotta causalmente rilevante, nel senso che esso si è verificato proprio a causa di quell'inosservanza". 

Il fatale inchino al Giglio

In particolare, la Suprema Corte mette in evidenza la condotta di Schettino, per la “sommaria e disattesa pianificazione della rotta e per la “manovra spericolata, tenendo una rotta e una velocità del tutto inadeguate per finalità essenzialmente legate al cosiddetto 'saluto' ravvicinato al Giglio".

Da tali "inosservanze", ascrivibili "in primo luogo al comandante", derivò "la condizione di ingovernabilità della nave, tale che - si ricorda nella sentenza - il tardivo tentativo di correggerne la rotta per evitare l'impatto con i fondali rocciosi non veniva condotto a buon fine".

Troppi morti, Schettino non merita attenuanti

"Francesco Schettino non merita attenuanti, dato l'elevato numero di vittime e di persone lese" - continua la Cassazione, ricordando la "plurioffensività delle condotte illecite" che hanno inciso su "molteplici beni di rilevanza costituzionale" e che "hanno colpito la vita e l'incolumita' delle persone, con 32 morti e 193 persone lese, molte delle quali costrette a vivere esperienze assolutamente drammatiche, sconvolgenti, inenarrabili".

La Cassazione, condividendo le conclusioni dei giudici del merito, ricorda inoltre i "gravissimi danni causati all'ambiente, in un tratto di mare di eccezionale pregio, tutelato dalla normativa nazionale e comunitaria, in considerazione anche della presenza di popolamenti a elevata biodiversita' con deturpamento sia per diretto danneggiamento del fondale Le Scole e della scogliera della Gabbianara, sia per la presenza sul posto del relitto, protrattasi per circa 2 anni e mezzo, con evidenti proiezioni anche nel tempo futuro". La Corte, dunque, mette in luce gli "ingentissimi danni patrimoniali cagionati nel loro complesso alle persone offese".

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