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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Italia

Sciopero taxi a Roma, Milano, Torino e Napoli: liti e minacce per i blocchi anti-Uber

Proteste e blocchi continueranno almeno fino a martedì 21 febbraio, quando ci sarà l’incontro tra le associazioni di categoria e il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Nelle ultime ore ci sono stati anche alcuni episodi di aggressione

Impossibile trovare un taxi da sei giorni a Roma e Milano, ma da oggi anche i tassisti di Torino e Napoli hanno incrociato le braccia per protesta contro la proroga di un anno al ministero dei Trasporti per emanare un nuovo regolamento per contrastare gli abusivi che operano servizi di trasporto pubblico non di linea. Pietra dello scandalo l'affaire Uber, l'app che consente una facile prenotazione di autisti Ncc.

Proteste e blocchi continueranno almeno fino a martedì 21 febbraio, quando ci sarà l’incontro tra le associazioni di categoria e il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Nelle ultime ore ci sono stati anche alcuni episodi di aggressione. Nella notte tra sabato e domenica in Piazza Duca d’Aosta a Milano un tassista ha chiamato la polizia dicendo che dopo aver fatto scendere un cliente al termine di una corsa è stato affiancato da due colleghi che lo hanno accusato di essere in servizio in una giornata in cui tutti gli altri erano fermi. 

Ma aggressioni ai colleghi in servizio si sono verificati anche a Roma come documenta questo video caricato in Rete dagli stessi tassisti

Sciopero dei taxi: minacce a chi non rispetta il blocco

A Roma il servizio è bloccato, ma una delle società di radiotaxi, Samarcanda, ha organizzato un servizio per garantire il servizio almeno alle fasce più deboli: si chiama “taxi solidale” e prevede che 50 taxi siano a disposizione dei cittadini "diretti in strutture ospedaliere pubbliche, di diversamente abili, di anziani, di donne in gravidanza, di non vedenti".

La norma contro cui i tassisti protestano è un emendamento al cosiddetto “decreto milleproroghe”, un provvedimento che viene approvato ogni anno a fine dicembre e che contiene una serie molto eterogenea di norme, in genere accomunate dal fatto che servono a rimandare o prorogare qualcosa. In questo caso l’emendamento, firmato dai senatori del PD Linda Lanzillotta e Roberto Cociancich, prevede di allungare di un anno il tempo che il ministero dei Trasporti ha per emanare un nuovo regolamento sul trasporto che avrà l’obiettivo di combattere i tassisti abusivi. Lo scopo dell’emendamento, hanno spiegato i due senatori che lo hanno firmato, è dare altro tempo al ministero, in modo da riportare al tavolo delle trattative i rappresentanti dei taxi e quelli delle società di noleggio con conducente, e giungere così a una soluzione soddisfacente per tutte le parti.

La norma che regola il trasporto pubblico è del 1992, quando i telefoni cellulari erano roba per pochi. "Siamo fermamente contrari all'emendamento inserito al Milleproroghe che ha, ancora una volta, sospeso l'efficacia delle modifiche apportate nel 2009 alla legge 21/92, che dovevano servire a dare una stretta al fenomeno dell'abusivismo, ma che in realtà non è mai avvenuta e dovremo riordinare al più presto la legge in questo senso".  Lo afferma Loreno Bittarelli, presidente Uri - Unione Radiotaxi Italiani aggiungendo tuttavia che "i 6 giorni consecutivi di fermo del servizio taxi sulle città di Roma e Milano producono danni enormi alla nostra categoria, che saranno difficilmente reparabili in breve tempo.

Su Roma e Milano ci sono complessivamente circa 13.000 taxi. Incassando 100 euro lordi al giorno per ogni tassista, in 6 giorni ogni tassista ha perso 600 euro e complessivamente abbiamo regalato ai nostri concorrenti quasi 8 milioni di euro. Questa volta i tassisti non hanno seguito le nostre indicazioni, ma quelle di altri, che si propongono di rappresentare la categoria. Pertanto, la nostra onestà intellettuale ci impone di prendere atto di quanto avvenuto e fare un passo indietro, per dar modo ai tassisti di essere rappresentati da coloro ai quali si sono affidati in questi giorni. Pur essendo stati noi tra gli organizzatori dell'incontro di domani col ministro Delrio, preferiamo lasciare spazio a loro, che dovranno presentarsi col proprio nome e la propria faccia, come del resto noi abbiamo sempre fatto, ora e in passato. Rassicurando tutti quei colleghi che finora hanno creduto in noi, che continueremo a tutelarli, ma dissociandoci fermamente da quanto avvenuto.

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