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Martedì, 23 Aprile 2024
No Green Pass / Roma

Scontri Roma e botte ai manifestanti: il "giallo" dell'agente infiltrato, lo scambio di persona e i deliri nella chat

Si è spontaneamente presentato in Questura il poliziotto ripreso in un video mentre colpisce con violenza un manifestante. Denunciato invece un utente che aveva messo sul web nome e cognome (e foto in divisa) di un altro poliziotto che non c'entrava nulla. Il complottismo prolifera soprattutto in alcune chat Telegram

Dopo gli scontri a Roma di sabato scorso, ieri mattina "si è spontaneamente presentato in Questura il poliziotto ripreso in un video mentre colpisce un manifestante; dello stesso agente sono circolate altre immagini mentre si trova tra i manifestanti a Piazzale Flaminio lo scorso sabato pomeriggio". A sottolinearlo in una nota è stata la questura di Roma. "Il poliziotto sarà segnalato all’Autorità Giudiziaria che ne valuterà l’operato - informa la nota -. Nella giornata di ieri è circolato un post sui canali social che riconduceva tali condotte ad un dirigente della Polizia di Stato, il quale è invece risultato del tutto estraneo ai fatti. L’autore del post è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di diffamazione e calunnia".

Lo scambio di persona e il poliziotto che picchia un manifestante

Il video di un poliziotto in borghese che picchiava un manifestante con calci e pugni aveva destato un certo scalpore. Come racconta oggi Edoardo Izzo sulla Stampa, la vicenda "si intreccia con un'altra situazione delicata". In sintesi, c'è stato uno scambio di persona. Sui social era girato il nome di un altro poliziotto: un dirigente di un commissariato romano,  Filiberto Mastrapasqua, che quel giorno non era neppure in servizio. Nome e cognome (e foto in divisa) erano stati incautamente spiattellati in rete. I riscontri effettuati dagli investigatori hanno accertato che era da tutt'altra parte. Non c'era nulla di vero riguardo a quel "celebre" dirigente. La corporatura non è la sua ma il viso è simile, almeno da lontano. "Ma io ero a riposo", risponde lui e conferma la questura.

L'errore era nato proprio dopo che il video era stato diffuso sui social. Alcuni manifestanti avevano sostenuto che vi fosse nel corso dell’assalto alla Cgil da parte degli attivisti di estrema destra l’altro giorno, un presunto infiltrato. L'episodio era stato denunciato sui social persino da Vittorio Sgarbi e altri utenti.

In un video verrebbe "coperto" dagli agenti del Reparto Mobile, mentre picchia con calci e a pugni un manifestante. In altri filmati sembrerebbe invece dar manforte alle frange no Green Pass che si accaniscono sulla camionetta della polizia a piazzale Flaminio. Nulla di vero. "Guardate un po' dove si trovava il poliziotto in borghese con maglietta grigia che picchiava il ragazzo a terra... lì con i manifestanti che hanno dondolato il furgone della Polizia e non mi sembra che contribuisca a favorire l'azione", aveva scritto un altro utente sui social postando un frame di un video in cui il presunto infiltrato è fermo davanti alla camionetta con mascherina e occhiali da sole.

Era invece un poliziotto in borghese, regolarmente in servizio e che si è denunciato, e le sue responsabilità sono al vaglio dei superiori. 

Le immagini di sabato 9 ottobre sono crude: l'agente indossa una maglietta grigia a maniche corte, è l'unico con la mascherina, accanto a due blindati. Dà spinte a uno dei due mezzi accanto ai No Green Pass, imita i loro gesti. E' la prima sequenza. In piazzale Flaminio. Poi ce n'è una seconda, ripresa poco dopo in via del Corso: lo stesso poliziotto, corpulento e rasato, picchia un manifestante già a terra, circondato da altri agenti in borghese e in tenuta antisommossa. Il manifestante scalpita, cerca di divincolarsi, lui lo colpisce. Intervengono gli altri agenti per placcarlo: il video si conclude con l’uomo in borghese che porta via il manifestante trascinandolo per i capelli. Adesso davanti al procedimento penale che si aprirà per le botte si ferma momentaneamente il procedimento disciplinare da parte della questura. La polizia sta vagliando la situazione.

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Il video che lo immortalava mentre colpiva un manifestante a terra è diventato materiale per i complottisti, e a leggere i social in queste ore, la nota della Questura non ha convinto molti utenti che si dicono certi, nonostante smentite ed evidenze, che le violenze alle manifestazioni dei No Gren pass siano state provocate dalle forze dell’ordine.

Il complottismo nelle chat Telegram

Il complottismo prolifera soprattutto in alcune chat Telegram, come racconta oggi Repubblica. Nessun rimpianto né autocritica nella chat "No Green Pass, vinciamo insieme", che ha 29.800 iscritti e il quotidiano romano definisce "una finestra sull'abisso del risentimento".

Si legge davvero di tutto- Dal "Dobbiamo giocare sporco, mettere anziani e bambini davanti alle manifestazioni" fino al classico "Vogliono la guerra, e guerra avranno", aizzano. L'arresto dei vertici di Forza Nuova, che sabato hanno condotto la folla verso la sede nazionale della Cgil, è visto come un incidente di percorso. E poi ancora "Avanti tutta! A quando la prossima?, "Nuova manifestazione il 16 contro i sindacati", "Ci attaccano come fossimo terroristi, quando siamo pacifici. La gente non ne può più. Vogliono la guerra e guerra avranno, sarà sommossa popolare". C'è anche chi ha più fretta: "Bisogna agire il 15, primo giorno di obbligo green pass sul lavoro. Attenti alla Digos, sono tra di noi per iniziare le violenze". Ci sono già alcune date cerchiate in rosso sul calendario.

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