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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il caso / Roma

Com'è finita la storia della scorta di Conte per la compagna Olivia Paladino

Inchiesta archiviata dal tribunale dei ministri nei confronti dell'ex presidente del Consiglio, iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma per peculato

Nessun reato, nessuna indagine da portare avanti. Il tribunale dei ministri ha archiviato l'inchiesta nei confronti dell'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, indagato per peculato, in relazione all'uso della scorta. Il fascicolo era stato aperto dai pm della procura di Roma, dopo una denuncia di Fratelli d'Italia in merito a un episodio risalente al 26 ottobre scorso, quando la scorta dell'allora premier intervenne per fare uscire da un supermercato di Roma la compagna di Conte, Olivia Paladino, mentre all'esterno l'attendeva un inviato del programma televisivo Le Iene, Filippo Roma.

Il caso della scorta di Conte per la compagna Olivia Paladino: tutto archiviato

I pm capitolini, come da prassi, dopo aver iscritto l'ex presidente del Consiglio, avevano inviato gli atti al tribunale dei ministri che ora ha archiviato il procedimento. L'accusa ipotizzata non era abuso d'ufficio ma peculato perché secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pubblico ministero Carlo Villani, che avevano ascoltato l'inviato della trasmissione Filippo Roma e acquisito alcuni video, l'ex presidente del Consiglio avrebbe "prestato" la sua scorta alla compagna. Il peculato, previsto dall'articolo 314 del codice penale, è il reato che commette il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che ha il possesso di denaro o di altra cosa mobile altrui e se ne appropria ovvero ne fa un uso personale. È punito con la reclusione da quattro a dieci anni e mezzo.

Cosa è avvenuto a Roma il 26 ottobre scorso? La compagna del premier Olivia Paladino era braccata in pieno centro da Filippo Roma e da una troupe del programma di Italia1: l'inviato voleva chiederle un commento sul padre, Cesare Paladino, e sul patteggiamento per il mancato versamento della tassa di soggiorno per un hotel di cui è proprietario. Olivia Paladino era entrata per nascondersi in un supermercato di piazza Fontanella Borghese, a qualche centinaio di metri da Palazzo Chigi. Poco dopo era arrivata la scorta di Conte e l'aveva portata via. 

Il dubbio, sollevato da Roberta Angelilli di Fratelli d'Italia in un esposto inviato a piazzale Clodio, era che ci sia stato "un uso improprio della scorta". Secondo una relazione del ministero dell'Interno sulla vicenda, gli uomini della scorta del presidente del Consiglio erano in "servizio di osservazione e controllo" sotto l'abitazione ed erano stati richiamati dalla confusione generata nel supermercato: l'agente l'avrebbe aiutata ad uscire e lei sarebbe rientrata a casa senza salire su alcuna auto blu. La relazione precisava che il premier non ha avuto alcun ruolo nella vicenda, di cui è stato informato solo successivamente. Nell'informativa del Viminale si sosteneva anche che un agente si trovasse sotto l'abitazione di Olivia Paladino perché Conte si trovava nell'appartamento.

La procura di Roma aveva inviato gli atti relativi all'indagine al tribunale dei ministri che oggi ha deciso l'archiviazione.

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