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Giovedì, 18 Aprile 2024
il ricordo / Firenze

Sebastian Galassi rider morto durante una consegna, Confcommercio: "Cambiare le regole"

Era stato travolto e ucciso a Firenze mentre stava lavorando, il cugino: "Studiava e lavorava di sera, orfano: un bravissimo ragazzo onesto". Ora Confcommercio chiede nuove regole

Sebastian Galassi lavorava come rider, di sera: l'attività gli finanziava gli studi ma gli ha tolto la vita. Galassi è nato e vissuto a Firenze per 26 anni, fin quando è morto a causa di un incidente stradale alla periferia del capoluogo toscano mentre viaggiava sul suo scooter: stava facendo una consegna per conto di Glovo. La sera lavorava, di giorno studiava come web designer e grafico web. Ora Confcommercio fa pressioni per cambiare le regole e riempire i vuoti normativi della professione dei rider.

Le reazioni sui social

Ilaria Cucchi, da poco eletta senatrice con l'Alleanza Verdi Sinistra , ha scritto su Facebook di Sebastian Galassi, "Un altro ragazzo che perde la vita mentre lavora -  si legge sul profilo di Cucchi - Un rider che termina i suoi sogni di potersi costruire un futuro in un terribile incidente. Il suo scooter impatta violentemente contro un fuoristrada".

Sebastian Galassi: il ricordo del rider ucciso di Ilaria Cucchi

"Guardate il suo bellissimo volto pulito - continua Ilaria Cucchi - Pieno di vita e fiducia. Un altro rider che perde la vita per le strade di Firenze. Quello delle morti sul lavoro è un numero degno di una vera e propria guerra che abbiamo in casa nostra e che non vogliamo vedere pensando che possa accadere solo ad altri e mai a noi. Siamo miopi ed ignoranti fino a che il destino non ci mette di fronte alla realtà piu cruda ed ineluttabile. Fermiamo le cosiddette ‘morti bianche’ sul lavoro. Di bianco non hanno nulla: hanno il rosso del sangue versato dai morti ed il nero del dolore che il vuoto lascia nelle vite dei loro familiari. Non si può nè deve accettare che si possa morire per lavorare", conclude Cucchi.

 Sui social lo ha ricordato anche il cugino, Gabriele Galassi: "Mio cugino era una persona prudente, studente e appunto lavoratore di sera, orfano di madre, un bravissimo ragazzo onesto". In seguito all’incidente i sindacati Filcams-Filt-Nidil Cgil hanno proclamato uno sciopero di 24 ore dei rider fiorentini per il 5 ottobre. Aspettano gli approfondimenti delle indagini ma intanto esprimono "profondo dolore e vicinanza alla famiglia" e "tanta rabbia" per "un’altra morte inaccettabile, in un settore dove la sicurezza sul lavoro è ancora troppo spesso un diritto da conquistare, così come salari dignitosi e diritti tante volte sono una chimera, all’interno di un sistema che spinge alla produttività a discapito delle tutele".

Chiede che intervenga in fretta il nuovo Parlamento per garantire maggiori tutele anche il governatore toscano Eugenio Giani. Stesse parole del sindaco Dario Nardella che su Facebook fa la triste conta dei morti: "È l’ennesimo caduto sul lavoro, ma ciò che fa più rabbia è l’ennesimo rider morto mentre correva per rispettare i tempi di consegna. Come Willy a Livorno, Roman Emiliano sul Terragno, Romulo a Montecatini": Zero tutele, ritmi insostenibili, pochi diritti. Da anni a Firenze ci battiamo per la dignità di tutti i lavoratori e dei riders in particolare. Lanciati in bici o in moto» per «una corsa per pochi euro", che "costa la vita. Tutto questo è abominevole".

Confcommercio lancia l'appello: "Servono regole"

"Oltre al dolore e allo sconcerto di assistere da membri di una comunità alla morte di un giovane uomo, come parti sociali ci interroghiamo su quanto occorra fare per tutelare i nostri lavoratori, perché se anche in tutto il Paese si arrivasse a contare una sola morte sul lavoro, sarebbe comunque troppo". È il commento del direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni in merito alla morte del giovane rider fiorentino.

''Tutti i lavori comportano dei rischi ed è per questo che bisogna investire nella prevenzione, spendendo per la sicurezza dei lavoratori le migliori competenze e risorse, lavorando seriamente e con continuità - ha detto Marinoni - Il protocollo d'intesa promosso dall'assessorato al lavoro del Comune di Firenze e sottoscritto lo scorso aprile anche da Confcommercio è stato un primo passo per mettere ordine nel settore a livello locale, in attesa di normative nazionali e comunitarie che riescano ad inquadrarlo", aggiunge Marinoni. 

"Quella del rider difatti è una professione recente, che ha ancora tante sfaccettature da chiarire e sulla quale, e per la quale, da tempo assieme ai sindacati dei lavoratori stiamo lavorando per sottoscrivere un contratto che si collochi nel terziario e che fornisca quell'inquadramento di regole necessarie all'impresa per garantire il benessere del lavoratore, un suo giusto riconoscimento e, più che mai, la sua sicurezza", sottolinea Marinoni, che conclude: "Perché se è vero che ogni professione comporta dei rischi, è altrettanto vero che è nei contratti collettivi che considerino basilare garantire la sicurezza sul lavoro, che si definiscono le regole che servono ad eliminare o ridurre al minimo gli infortuni, o peggio le morti. E quanto purtroppo è accaduto, ci conferma nella maniera più drammatica che questo lavoro intrapreso è ancora più urgente''.

Aldo Cursano, presidente della Confcommercio e della Fipe toscana, ristoratore, ha le idee chiare in proposito: ''Il delivery è un fenomeno che stava crescendo negli ultimi anni ed è letteralmente esploso con la pandemia, stravolgendo equilibri economici e commerciali ormai consolidati. Ed è un fenomeno che noi abbiamo 'accompagnato' nella convinzione che ogni forma di somministrazione che possa andare incontro alle esigenze dei clienti vada incoraggiata, anche se comporta qualche volta uno stravolgimento delle regole del gioco.

In riferimento in particolare al ruolo dei cosiddetti rider da tempo invochiamo una regolamentazione della loro attività che non può che essere disciplinata da un contratto collettivo nazionale di lavoro, al di là del quale c'è solo improvvisazione, scarsa tutela e, come purtroppo abbiamo dovuto constatare, rischi per la salute di chi lavora. Per questo ogni componente del sistema deve farsi carico del problema e assumersi il suo pezzetto di responsabilità. Noi come operatori della somministrazione per primi, ma anche e soprattutto le strutture che gestiscono il delivery, che si prendono una bella fetta del business trattenendosi fino al 35% di quanto corrisposto per ogni singola consegna.

Ma lasciatemi dire che anche il consumatore deve farsi carico in parte di questo servizio, perché è impensabile avere a domicilio lo stesso prodotto allo stesso costo rispetto al ristorante. Nel senso che bisogna accettare di sopportare un piccolo costo in più da destinare totalmente a chi effettua la consegna, in modo da rendere più remunerativa e meno frenetica quell'attività. È un'esigenza etica ed economica al tempo stesso".

La dinamica dell'incidente mortale

I vigili urbani stanno cercando di ricostruire come sia morto Sebastian Galassi. L’incidente era avvenuto sabato 1 ottobre intorno alle 21.30 con una Land Rover. Secondo una primissima e parziale ricostruzione il rider potrebbe aver passato il semaforo rosso imboccando la strada che lo portava fuori città ma proprio in quel momento dall’altra parte sarebbe arrivato il Land Rover, forse a velocità sostenuta per non prendere il rosso. Al vaglio le telecamere che potrebbero aver ripreso la scena. I mezzi sono stati sequestrati. Il conducente del mezzo è stato sottoposto all’alcool test risultando negativo. Nelle prossime ore si capirà con esattezza cosa è successo.

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