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Venerdì, 29 Marzo 2024
VATICANO

Conclave, sarà il giorno del nuovo Papa?

Cresce l'attesa in piazza San Pietro, dopo la fumata nera di martedì sera. Oggi sono previste quattro votazioni

ROMA - Gli occhi del mondo appesi ad un comignolo. La prima fumata di questo Conclave, che eleggerà il successore di Benedetto XVI, è arrivata ieri sera alle 19.41 ed è stata nera, dopo il primo scrutinio andato a vuoto, ma in piazza San Pietro, col passare della serata, si era riunita una bella folla. Hanno sfidato la pioggia sotto gli ombrelli, attendendo quasi due ore: fedeli, curiosi, giornalisti e telecamere di tutto il mondo. Poi, dopo la fumata nera (invisibile a occhi nudi, percepita solo dai maxi-schermi nel colonnato berniniano) la folla si è dispersa velocemente.

SECONDO GIORNO DI CONCLAVE - Oggi e nei prossimi giorni sicure sono due fumate, attorno a mezzogiorno e alle 19, a conclusione, ognuna, dei due scrutini mattutini e dei due pomeridiani. Se il Papa fosse eletto al primo o al terzo scrutinio, però, la fumata bianca arriverebbe attorno alle 10.30 o alle 18. Più di un'osservatore suggerisce che il Papa verrà eletto giovedì, massimo venerdì, ma oggi non è escluso.

TERZA VOTAZIONE - Ancora fumata nera dalla Sistina. Ancora lontano l'accordo tra i cardinali chiamati a eleggere il nuovo Papa. La terza votazione si è, quindi, chiusa con un nulla di fatto e i cardinali torneranno a riunirsi per le altre votazioni nel pomeriggio.

FUMATA NERA: IL VIDEO

FEMEN NUDE A SAN PIETRO

Solo i cardinali decideranno, esaminando la loro coscienza davanti a Dio, se convergere subito su uno dei "papabili" (Angelo Scola, Pedro Odilo Scherer, o magari uno statunitense, Timothy Dolan o Sean O'Malley), o prendere più tempo per individuare un outisider (i primi nomi che si fanno sono quelli di Peter Erdo, Marc Ouellet, Christoph Schoenborn). Al contrario del 2005, dove Ratzinger era il grande favorito, nessuno è entrato in Conclave con l'aurea dell'elezione.

"PRESTO UN PAPA GENEROSO"

ECCO CHI SONO I FAVORITI

IL PRIMO GIORNO: LA CERIMONIA - "In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti...". Alle 16.30 in punto il cardinale Giovanni Battista Re, il più anziano dei cardinali vescovi, ha aperto con poche parole in latino la processione dei 115 cardinali elettori che, dalla cappella Paolina, si sono mossi verso la cappella Sistina per il Conclave. I cardinali, intonando le litanie dei Santi, quando entrano nella cappella affrescata da Michelangelo, dieci minuti dopo, cercano il loro segna-posto ai tavoli allestiti per l'elezione del Papa. Sui tavoli, una cartella rossa e l'Ordo Rituum Conclavis, il Libro delle ore e la costituzione apostolica Universi Dominigi gregis che regola la sede apostolica. Poi, uno per uno, giurano sul Vangelo per la segretezza delle operazioni di voto. "Spondeo, voveo ac iuro...", "Prometto, mi obbligo e giuro...". Ognuno pronuncia il suo nome e le parole latine prendono le inflessioni degli idiomi di tutto il mondo, francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco, indiano, africano... Qualcuno è più compreso, come il filippino Tagle, qualcun altro si guarda in giro, come l'americano Dolan, Scola è emozionato e bisticcia un po con le parole, Ouellet sospira. Nella sala stampa della Santa Sede i cronisti fanno il tifo, applaudono Ouellet, Christoph Schoenborn, e, convintamente, Sean O'Malley. Poi, con un filo di voce, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, mons. Guido Marini, pronuncia la formula di rito: "Extra omnes!". Escono cerimonieri, monsignori (c'è anche il segretario del "Papa emerito" Georg Gaenswein), il portavoce vaticano Federico Lombardi, che al suo arrivo alla sala stampa affronta placido una calca di cronisti che lo ferma per un briefing improvvisato fuori dall'ingresso.

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