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Giovedì, 28 Marzo 2024
CRONACA

Sentenza Cassazione omicidio Meredith: il giorno del verdetto

Raffaele Sollecito e Amanda Knox attendono la sentenza della Corte che metterà il sigillo sul processo per la morte della studentessa inglese uccisa la notte del primo novembre 2007

ROMA - E' il giorno della sentenza sull'omicidio di Meredith Kercher. Il processo per la morte della studentessa inglese, uccisa a Perugia la notte del primo novembre 2007, è ripreso poco prima delle nove e mezza davanti alla quinta sezione penale della Corte di Cassazione. I giudici sono chiamati a decidere sui ricorsi contro le condanne a 25 e 28 anni inflitte dalla Corte d'assise d'appello di Firenze.

La seconda udienza, dopo il rinvio dell'altro ieri, è iniziata con l'arringa dell'avvocato Giulia Bongiorno, uno dei due difensori di Raffaele Sollecito, imputato insieme ad Amanda Knox per il delitto. "Parlerò dei due indizi a carico di Raffaele Sollecito in questo processo: il dna sul gancetto del reggiseno e l'essere stato fidanzato da dieci giorni con Amanda", ha detto la Bongiorno aprendo la sua arringa.

"Ho apprezzato lo stile della requisitoria del procuratore generale, non i contenuti", ha precisato l'avvocato arrivando in Cassazione. Al termine della sua arringa e di quella dell'altro avvocato di Sollecito, Luca Maori, i giudici entreranno in camera di consiglio da cui usciranno con la sentenza.

Omicidio Meredith Kercher, le tappe del giallo di Perugia | Infophoto

L'ITER PROCESSUALE - Arrestati dalla polizia il sei novembre del 2007, Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono stati condannati in primo grado e assolti in appello nell'ottobre del 2011 venendo scarcerati. Quella sentenza fu poi però annullata dalla Cassazione (il 26 marzo del 2013) che per questioni procedurali rimise gli atti ai giudici fiorentini. Quindi la nuova condanna con la quale è stato anche disposto il divieto di espatrio per Sollecito (che giovedì compirà trentuno anni). Secondo la ricostruzione dei giudici toscani, la Kercher venne uccisa in una "progressiva aggressività" innescata da una lite scoppiata nella casa di via della Pergola che divideva anche con la Knox. Per la Corte fu proprio quest'ultima a colpire mortalmente alla gola la studentessa inglese con un coltello da cucina poi sequestrato nella casa di Sollecito che a sua volta - sempre in base alla motivazione del collegio di Firenze - ne impugnava uno più piccolo e mai individuato.

PERMESSI PREMIO PER RUDY GUEDE - All'aggressione prese parte anche Guede, l'unico a scegliere il rito abbreviato e che sta scontando una condanna ormai definitiva a sedici anni per "concorso in omicidio". Il suo legale ha annunciato che chiederà ai giudici i permessi premio visto che è stata scontata quasi metà degli anni della pena. Guede potrebbe perciò presto uscire dal carcere.

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