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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Stress post-traumatico

Sentenza clamorosa: Costa Crociere condannata a risarcire naufrago con 92mila euro

Lo ha deciso il Tribunale di Genova, riconoscendo il danno patrimoniale e non patrimoniale subito da Ernesto Carusotti

Costa Crociere dovrà risarcire un passeggero della Costa Concordia, nave da crociera naufragata all'Isola del Giglio dieci anni fa, non solo per i danni patrimoniali subiti dal naufrago ma anche per quelli da stress post-traumatico. Si tratta di una sentenza clamorosa, ha dichiarato il Codacons, associazione dei consumatori che ha difeso Ernesto Carusotti, uno dei passeggeri della Concordia che la notte del 13 gennaio 2012 fu coinvolto nel tragico naufragio. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Genova, che ha riconosciuto oltre al danno patrimoniale anche quello non patrimoniale subito da Ernesto Carusotti, per un totale di oltre 92 mila euro. Di questi 77mila euro per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti a causa del naufragio e 15.692 euro di spese legali. "Si tratta di una importantissima vittoria per il Codacons, - scrive l'associazione - che fin da subito aveva sostenuto le responsabilità di Costa Crociere per l’incidente avvenuto all’Isola del Giglio, e la totale incongruità degli indennizzi riconosciuti dalla società ai naufraghi della Concordia".

La sentenza: il nubifragio poteva essere "meglio gestito"

La Sezione I Civile del Tribunale di Genova (giudice Dott. Paolo Gibelli) ha accolto in pieno le tesi del Codacons, riconoscendo le responsabilità di Costa Crociere e il danno da stress post-traumatico subito dal naufrago Carusotti a causa dell’incidente. "Carusotti avrebbe potuto evitare il trauma scendendo regolarmente a mare con la prima scialuppa, l’esperienza stressante sarebbe stata di certo almeno molto minore forse in danno biologico non vi sarebbe stato. Ma tutto ciò che accadde in concreto a Carusotti dipese anche dal naufragio, che è fatto di reato di cui Costa risponde. Non vi è bisogno di altro", si legge nella sentenza.

I difensori del naufrago hanno puntato il dito sul fatto che il naufragio poteva essere "meglio gestito, senza danno per l’attore", partendo in primis dal DGE (generatore diesel d'emergenza, ndr) che avrebbe dovuto riattivarsi dopo l’urto (cosa avvenuta solo per essere succeduta da nuovo e definitivo blocco con insufficiente erogazione di corrente solo da parte della riserva nelle batterie) e che avrebbe dovuto garantire energia ai servizi essenziali per almeno una mezz’ora. Per questo e per molte altre cose, Costa Crociere è stata ritenuta responsabile anche del "danno per la mera esperienza traumatica e stressante, oltre che per la lesione biologica accertata dal CTU medico. Naturalmente Costa risponde anche del danno patrimoniale”.

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