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Venerdì, 19 Aprile 2024
La decisione definitiva

Seminò il panico sparando agli stranieri in strada, Traini deve scontare meno di 9 anni di carcere

Il "Lupo", in quei minuti di terrore puro, sparò anche contro la sede locale del Pd e in casa gli furono trovati libri su Mussolini e Hitler. Oggi la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna in Appello

Aveva seminato il terrore in tutte le Marche con l’obiettivo di vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro, anche se, in primo grado, si era detto pentito, sostenendo di aver colpito quelli che ai suoi occhi erano degli spacciatori e non degli “stranieri”. Tuttavia oggi la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione per Luca Traini, il 31enne che, il 3 febbraio 2018, girò per Macerata in auto, sparando a vista contro diverse persone di origini straniere. Infatti i giudici della sesta sezione penale di Ancona hanno confermato il reato di strage aggravata dall'odio razziale, come chiesto dal sostituto Procuratore generale di Cassazione Marco Dall'Olio. Alla sentenza definitiva si aggiungono anche il danneggiamento e il porto abusivo di arma. In definitiva, tenendo conto che Traini è dietro le sbarre da quel giorno, deve ancora restare in cella per poco meno di 9 anni, che diventano 8 e 5 mesi circa contando gli sconti di pena maturati in questi 3 anni. E non è esluso che fra circa 2 anni e mezzo, i suoi legali non possano chiedere misure alternative della pena. 

Traini, in quei minuti di terrore puro, sparò anche contro la sede locale del Pd e in casa gli furono trovati libri su Mussolini e Hitler. Il “Lupo di Macerata”, così veniva chiamato da chi lo conosceva, è stato prima condannato a 12 anni in primo grado, sentenza che poi è stata confermata in secondo grado e oggi si chiude definitivamente la vicenda senza alcuno sconto di pena per l’uomo che aveva fatto discutere tutto il mondo, in Italia e anche all’estero, la preoccupazione per il ritorno di intolleranze di stampo fascista e razzista.

La difesa del marchigiano, oltre a chiedere sempre la perizia psichiatrica per il suo assistito, aveva sempre sostenuto come non si potesse configurare il reato di strage e come non vi fossero motivi razziali. Quanto meno, l’allora avvocato Giancarlo Giulianelli aveva sempre chiesto le attenuanti generiche, mai concesse.

La Cassazione ha anche condannato Traini a pagare le spese processuali sostenute dalle parti civili: tra queste, oltre ai feriti, il Comune di Macerata e il circolo Pd, colpito con vari colpi.

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