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Sabato, 20 Aprile 2024
Processi

Gestacci in aula contro la famiglia Cucchi: l'ultima offesa a Stefano

Al momento della lettura della sentenza, che ha condannato sei medici e assolto tutti i poliziotti, qualcuno ha alzato un dito medio verso la famiglia di Stefano. Ilaria Cucchi: "Ennesimo gesto terribile"

Come se la morte di un morte di un fratello, di un figlio non fosse un dolore già abbastanza grande da sopportare. Come se un tribunale che "lo ha ammazzato per la seconda volta" non bastasse. Come se, alla lettura della sentenza, ci fosse stato bisogno di alzare un dito medio verso la famiglia di Stefano Cucchi. Forse per buon senso, per rispetto, il bisogno non ci sarebbe stato. Eppure è successo. 

Ed è proprio da quei "gesti terribili" che  Ilaria Cucchi, distrutta dal dolore ma sempre orgogliosa, è partita nella conferenza del giorno dopo. Quelle dita alzate che sono spuntate tra i banchi degli imputati le sono rimaste impresse. "Sentivo le urla, noi piangevamo. E ci sono stati quei gesti terribili, un segno di non rispetto assoluto verso di noi" ha detto la sorella di Stefano. Un gesto di non rispetto verso un ragazzo entrato vivo in carcere ed uscito morto da un ospedale una settimana dopo. Per l'incuria dei medici, hanno deciso i giudici. 

"Quel gesto era la risposta e il comprensibile sfogo di un momento dopo tre anni di attacchi e insulti. Non so chi sia stato, ma non credo che le dita alzate siano più gravi delle urla "Assassini" che ci piovevano addosso" si è giustificato Nicola Menichini, uno dei tre agenti assolti. "Voglio evitare qualsiasi contro polemica" ha assicurato Aldo Fierro primario del reparto protetto dell'ospedale Sandro Pertini, dove Cucchi morì. 

Fierro è l'imputato che ha pagato di più. Tutta colpa dei medici, insomma. "So solo che la colpa è soltanto nostra, dei medici - ha affermato tra il serio e l'ironico -. E meno male che non siamo delinquenti". 

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