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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Cassazione: "Augurarsi la morte di qualcuno non è reato"

Assolte due persone, un uomo e una donna, che durante un processo in cui erano imputati avevano augurato "la morte" della propria controparte

Augurarsi la morte di qualcuno non è reato. Nessuna condanna, quindi, per due imputati finiti sotto processo "per ingiuria e minaccia" nei confronti della propria  controparte in una lite giudiziaria. Annullata così la condanna stabilita dai giudici di merito.

I FATTI - A ricostruire la vicenda è il Corriere della Sera che riporta la frase incriminata: "Ogni volta che vedo la tua macchina ripartire per Roma la domenica sera, il giorno dopo compro il giornale, sperando di leggere della tua morte in uno di quegli spaventosi incidenti sull’autostrada...spero di incontrarti uno di questi giorni disteso e morente lungo la strada...ti prometto che non mi fermerò mai per soccorrerti", 

LA SENTENZA - "Augurarsi la morte di un’altra persona - si legge nella sentenza della Cassazione - è certamente manifestazione di astio, forse di odio", ma non costituisce ingiuria. Il motivo? "Desiderare la morte altrui non sta necessariamente a significare che si intenda offenderne l’onore e il decoro". E così le frasi incriminate "rappresentano certamente manifestazioni di scarso affetto e di evidente mancanza di fair play tra avversari processuali", ma nessun imputato ha manifestato l’intenzione di fare alcunché per determinare, anticipare o propiziare la morte della parte offesa". 

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