Processo Mediaset, un mini sconto per il Cavaliere
Il procuratore generale in Cassazione ha chiesto la conferma della pena e la riduzione dell'interdizione dai pubblici uffici da cinque a tre anni. Verdetto possibile in serata o domani
ROMA - Sono ore decisive quelle di oggi nella lunga maratona finale sul processo Mediaset in Cassazione. Silvio Berlusconi è accusato di frode fiscale ed è stato condannato in appello a quattro anni di reclusione (tre condonati) e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Stamattina, a partire dalle 9.30, sono previste le arringhe dei difensori, ben sette. Il verdetto è improbabile in serata: quasi certa la lettura della sentenza nella giornata di giovedì.
LA GIORNATA IN CASSAZIONE: SLITTA LA SENTENZA
L'ACCUSA - Il leader del Pdl va condannato con sentenza definitiva, ma la sua interdizione dai pubblici uffici va ridotta da cinque a tre anni. E' questa la richiesta del procuratore generale Antonello Mura ai giudici della Cassazione. Secondo il rappresentante dell'accusa, al termine di quasi 4 ore e mezza di requisitoria, non ci sono dubbi: quello che si deve valutare è il concorso ad un meccanismo di fatturazioni fittizie, una vera e propria continuità di sistema che aveva il duplice obiettivo di "gonfiare i costi per benefici fiscali e produrre pagamenti per la costituzione all'estero di ingenti capitali". E dietro a tutto questo, come fondatore del gruppo, "c'era proprio l'ex premier".
"BERLUSCONI E' LA MENTE DELLA FRODE FISCALE"
LA DIFESA - Franco Coppi, difensore del Cavaliere insieme a Niccolò Ghedini, ha detto ieri di puntare "all'annullamento radicale della sentenza di condanna". La difesa ha comunicato inoltre che non chiederà alcun rinvio alla Cassazione della decisione sui diritti Mediaset: "Questa posizione - ha detto il penalista - è condivisa, molto probabilmente,anche dalle difesa degli altri".
FOCUS SUL PROCESSO - Otto anni di indagini, cinquantamila pagine di atti con rogatorie in dodici paesi. Sono i numeri impressionanti del processo Mediaset, il procedimento contro Silvio Berlusconi sulla compravendita di diritti televisivi da parte delle reti Mediaset tra il 2002 e il 2003. Oltre che per i numeri, quello Mediaset è un processo "record" perché è l'unico a carico di Silvio Berlusconi ad essere arrivato fino al terzo grado di giudizio. Il Cav., nei primi due gradi, è stato giudicato colpevole e condannato a quattro anni di reclusione e cinque di interdizione per avere incassato fondi neri e avere commesso una frode fiscale di 7,3 milioni di euro nelle dichiarazioni dei redditi del suo gruppo. Dopo le prime due decisioni dei giudici, il ricorso in Cassazione che risale al nove luglio. Poi, la scelta, anche questa "record" per velocità, di fissare la pronuncia della Cassazione per il 30 luglio. Non un esame della causa del merito, ma un giudizio tecnico di verifica della corretta applicazione delle norme del diritti, sostanziale e processuale, da parte dei giudici di primo e secondo grado. I giorni del giudizio, insomma, sono arrivati. E dalla fibrillazione che si respira è evidente: tre, o quattro, le possibili strade per il futuro del Cavaliere. Due, quelle per i prossimi giorni del governo.
I FALCHI PDL: "SE LO CONDANNANO E' GUERRA"
LE POSSIBILI DECISIONI - Assoluzione, nuovo processo, conferma della condanna e "mini" rinvio. Queste le possibili decisioni della Cassazione. La prima possibilità è che i giudici decidano per una completa assoluzione di Berlusconi, ribaltando in pieno le decisioni dei primi due gradi di giudizio. Una eventualità, questa, che appare comunque abbastanza remota. Le toghe della Cassazione, però, possono anche accogliere uno dei cinquanta motivi di ricorso presentati dai legali dell'ex premier e "ordinare" un nuovo processo indicando quale punto è da riconsiderare o motivare meglio. In questo caso, considerati i tempi tecnici, la prescrizione, in arrivo per metà settembre, sarebbe più che una possibilità. Altra strada possibile è che i giudici confermino in pieno le condanne già inflitte al Cav. I cui legali decideranno solo in giornata se presentare o meno richiesta di rinvio. In tal caso, i giudici verrebbero cambiati ma i tempi non dovrebbero allungarsi di molto. Anzi, la sentenza slitterebbe a giovedì, venerdì al massimo. E, al momento, sembra questa la "pista" più probabile, con i legali di Berlusconi, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, che annunciano "nessuna richiesta di rinvio", spiegando però che "la decisione arriverà mercoledì sera o giovedì"
NIENTE CARCERE - Qualunque sia la decisione della Cassazione, però, ciò che è certo è che Berlusconi non andrà mai in carcere. Nella peggiore delle ipotesi per il leader del Pdl, la conferma della condanna, tre dei quattro anni sarebbero "indultati". Per il restante anno, invece, Silvio potrebbe richiedere, e ottenere, l'affido ai servizi sociali. Se anche il Cav. dovesse rinunciare a questa opportunità, come dichiarato a "Libero" in un'intervista poi smentita, la sua età lo costringerebbe "soltanto" agli arresti domiciliari.