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Venerdì, 29 Marzo 2024
Processo Mediaset

Processo Mediaset: Berlusconi trema, è il giorno del giudizio

Per l'accusa l'ex premier è stato "l'ideatore del sistema delle frodi fiscali" al centro del processo Mediaset sulla compravendita gonfiata dei diritti televisivi. Verdetto nel pomeriggio

ROMA - Calma apparente attorno al "Palazzaccio" di giustizia a Roma, sede della Corte di Cassazione, fiato sospeso nei due "palazzi" romani che contano, Palazzo Grazioli e Palazzo Chigi. Tra la sicurezza ostentata dai legali dell'imputato eccellente e i possibili scossoni al governo di larghe intese in caso di condanna confermata, domina l'attesa. Pacata e silenziosa. La quiete prima della tempesta, forse, ma questo lo capiremo meglio nel pomeriggio, quando i giudici supremi (riuniti in camera di consiglio dalle 12) daranno il verdetto sul processo Mediaset decidendo il destino, politico e non, di Silvio Berlusconi.

Attesa alla Cassazione per la sentenza Mediaset

L'ATTESA ALLA CASSAZIONE: "LEGGE UGUALE PER TUTTI" | IL VIDEO

Che non sia un processo "normale" lo si comprende dalla distesa di telecamere e obiettivi puntati all'ingresso della Cassazione per seguire l'udienza alla Sezione feriale e riprendere in diretta la lettura del verdetto: c'è persino Al Jazeera. Il processo Mediaset, poi, è il primo dei procedimenti a carico di Berlusconi arrivato alla soglia del terzo grado di giudizio e che potrebbe costargli l’esilio dal Parlamento per la pena accessoria dell’interdizione quinquennale dai pubblici uffici. Il Cavaliere è stato condannato sia in primo grado che in appello a 4 anni di reclusione, tre dei quali condonati dall’indulto, e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale. Con lui sono stati condannati il produttore Frank Agrama, l’ex consulente Mediaset Daniele Lorenzano e l’ex dirigente Mediaset manager Gabriella Galetto.

L'ACCUSA: "CONFERMARE LA CONDANNA"

ACCUSA E DIFESA - Secondo Antonio Mura, sostituto procuratore generale della Cassazione, "Berlusconi è stato l’ideatore del sistema delle frodi fiscali al centro del processo Mediaset sulla compravendita gonfiata dei diritti televisivi dei film comprati dalle majors americane e la condanna a quattro anni di reclusione deve essere confermata per lui e gli altri tre imputati, ma deve essere ridotta - da cinque a tre anni - la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici". "Per noi il reato non c'è proprio e da parte nostra non ci sarà alcuna richiesta di rinvio del processo", ha detto Franco Coppi, uno dei legali del Cavaliere. Poi ha aggiunto: "Vado in giro con le corna, sono superstizioso e non faccio previsioni. Ma è chiaro che puntiamo all’annullamento radicale". "Manca nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi possa aver partecipato al reato proprio", gli fa eco Niccolò Ghedini.

LA DIFESA VUOLE L'ANNULLAMENTO DELLA CONDANNA

L'ATTESA NEL PD E NEL PDL - L'attesa spasmodica tradisce una certa incertezza e persino imbarazzo nel Pd, principale alleato di governo del Cavaliere. Se nel Pdl nessuno mette in discussione Berlusconi, i democratici non fanno certo ipotesi su un futuro prossimo senza l'alleanza con l'ex premier. "Aspettiamo e lasciamo lavorare i giudici", dice l'ex segretario Pierluigi Bersani. Letta, invece, ostenta sicurezza: "Non ci saranno terremoti". Vedremo. Sul fronte opposto, Daniela Santanché ha annunciato su Twitter una manifestazione di sostegno del Pdl a Berlusconi davanti a Palazzo Grazioli: "Il nostro partito è come una famiglia e domani saremo sotto Palazzo Grazioli dalle 17.00 per il nostro Presidente Berlusconi. Vi aspetto". Denis Verdini, coordinatore del partito, ha bloccato l'iniziativa sul nascere: "Nulla deve avvenire in un momento tanto delicato per il Paese. Pertanto, la notizia di una manifestazione davanti a palazzo Grazioli è destituita di fondamento". La sensazione è che nessuno voglia alimentare fibrillazioni che mettano in pericolo le larghe intese. Vince, per ora, il "low profile".

LA CERTEZZA: BERLUSCONI NON ANDRA' IN CARCERE

ECCO GLI SCENARI - In ogni caso, Berlusconi non rischia il carcere. E sono due i possibili scenari all'orizzonte. Nel caso in cui la Cassazione decidesse di rimodulare 'motu proprio' la pena accessoria - scrive Repubblica.it - l'interdizione dai  pubblici uffici scatterebbe subito dopo il via libera parlamentare. L'ultima parola spetta infatti alla Giunta per le elezioni e per l'immunità e poi all'Aula di Palazzo Madama. Se arrivasse, il Cavaliere decadrebbe dal ruolo di parlamentare e potrebbe tornare a ricandidarsi o a ricoprire una carica pubblica solo dopo il 2016, trascorsi i tre anni dell'interdizione. Applicazione immediata, invece, della pena di 4 anni (3 anni coperti dall'indulto, un anno con le opzioni degli arresti  domiciliari o dei servizi sociali). Nel caso in cui la Suprema Corte, invece, dovesse decidere di accogliere la richiesta del procuratore generale sulla rideterminazione dell'interdizione, affidando però il compito all'appello di Milano, si allungherebbero i tempi e Berlusconi potrebbe continuare a svolgere il suo ruolo da parlamentare fino alla nuova decisione. Non cambia la situazione per quanto riguarda la pena dei 4 anni. I giudici della sezione feriale potrebbero poi confermare o annullare in toto la condanna d'appello. Ulteriore decisione possibile, infine, è quella di un appello bis, nel caso la Suprema Corte dovesse accogliere qualche rilievo tecnico, tra i 47 sollevati dalla difesa del Cavaliere.

LE TAPPE DEL PROCESSO

GIUGNO 2012 - "SU QUEI FONDI NERI LE IMPRONTE DIGITALI DI BERLUSCONI"

OTTOBRE 2012 - PRIMO GRADO: CONDANNATO A 4 ANNI

LA REPLICA - "CONDANNA POLITICA INTOLLERABILE"

MARZO 2013 - SI' AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

MAGGIO 2013 - NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

CASSAZIONE - CONFERMATA LA CONDANNA: 4 ANNI

LA REPLICA - IL CAVALIERE FURIOSO

"COSi' FUNZIONAVA IL SISTEMA BERLUSCONI"

GIUGNO 2013 - ALTRO "NO" AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

RABBIA SILVIO: "SONO VENTI ANNI CHE VOGLIONO ELIMINARMI"

LA CASSAZIONE ACCELERA: EVITATA LA PRESCRIZIONE

RABBIA PDL: "GIUSTIZIA VELOCE SOLO CON BERLUSCONI"

REAZIONE: IL PDL BLOCCA IL PARLAMENTO (CON L'OK DEL PD)

LUGLIO 2013 - SILVIO HA PAURA: "RICORDATE, MI PIACCIONO LE ARANCE"

PDL: "SE CONDANNANO BERLUSCONI SIAMO PRONTI ALLA GUERRA"

LA DIFESA: "NIENTE RINVIO, ANNULLARE LA CONDANNA"

L'ACCUSA: "BERLUSCONI E' LA MENTE DELLA FRODE FISCALE"

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