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Mercoledì, 24 Aprile 2024
CRONACA

Terra dei fuochi, acqua e verdure al veleno

Pozzi contaminati e ortaggi avvelenati da sostanze altamente tossiche e nocive per l'ambiente e la salute umana. Era tutto pronto alla vendita. I primi sequestri nella "pattumiera d'Italia"

NAPOLI - Ancora veleni nella "Terra dei fuochi", l'area flagellata dalla presenza di rifiuti tossici compresa tra le periferie di Napoli e Caserta. Dopo le parole del pentito di camorra Carmine Schiavone, arrivano i primi sequestri a Caivano, proprio nel cuore della "pattumiera d'Italia".

Si tratta di tredici pozzi irrigui e quindici fondi agricoli coltivati con ortaggi e verdure pronti a finire sulle tavole degli italiani. Cavolfiori, broccoli, verze, finocchi, cicoria e zucchine sequestrati perché i campioni d'acqua prelevati dai pozzi vicini sono contaminati, con un provvedimento d'urgenza emesso dalla Sezione reati ambientali della Procura di Napoli.

VELENI NELLE FALDE E NEI CAMPI - Il totale della superficie sottoposta a sequestro è di circa 43 ettari. Dalle analisi effettuate sui campioni di acqua prelevati dai pozzi oggetto del provvedimento cautelare è emerso che l'acqua presente in essi superava la soglia di contaminazione con presenze superiori ai limiti di manganese (20 volte oltre il limite normativo), fluoruri (fino ad oltre il doppio), solfati, arsenico (oltre il doppio), triclorometano (oltre 100 volte il limite stabilito dalla legge). Tutte sostanze altamente tossiche e nocive per l'ambiente e per la salute umana.

VERDURE E ORTAGGI PRONTI ALLA VENDITA - Il reato per il quale si procede - informa la Procura partenopea - è avvelenamento di acque destinate all'alimentazione. Il sequestro preventivo in via d'urgenza si è reso necessario per "prevenire pericoli per la salute pubblica", in quanto sulla maggior parte dei terreni vi erano coltivati diversi ortaggi la cui raccolta era imminente o in atto, mentre la parte restante dei fondi agricoli era pronta per essere seminata a spinaci o ad altri prodotti ortofrutticoli destinati all'alimentazione umana. I terreni sequestrati sono in corrispondenza della stessa linea della falda acquifera degli altri sei pozzi e relativi terreni da essi serviti, in località Sanganiello e Ponte delle Tavole nel comune di Caivano, per un'estensione di oltre dieci ettari, già sequestrati gli scorsi 5 e 18 luglio. L'acqua dei pozzi presentava, in quelle occasioni, un superamento dei limiti di concentrazione soglia di contaminazione delle acque sotterranee con la presenza di numerose sostanze altamente pericolose per la salute dell'uomo.

Terra dei fuochi, il corteo a Napoli | Foto di Viviana Graniero/NapoliToday

LEGAMBIENTE E "LA CHERNOBYL ITALIANA" - "Grazie all'encomiabile lavoro della Procura e del comandante Sergio Costa e dei suoi uomini, si è scritto un altro capitolo della Chernobyl campana. Chissà per quanti anni quei pozzi sono stati utilizzati per irrigare quei terreni e le relative produzioni, con le possibili conseguenze negative sulla salute umana e sulla filiera agroalimentare, senza contare i relativi danni per l'economia locale. Una cosa è certa: tra insalate al cadmio, zucchine impazzite, cavoli amari, pomodori alla diossina, frutta al percolato, il pranzo è servito ed i veleni arrivano sulla tavola". In una nota, Rossella Muroni e Michele Buonomo, rispettivamente direttore nazionale e presidente regionale Campania di Legambiente commentano così il sequestro preventivo di Caivano. "Davanti a questi fatti anche le parole rischiano di perdersi nel pozzo delle buone intenzioni e mascherano le responsabilità, le incompetenze e le complicità della politica e delle amministrazioni in tutti questi anni - dicono Muroni e Buonomo - chi perseguirà su questa strada, chi ancora per una volta assisterà inerme e in silenzio si dovrà assumere in pieno la responsabilità e, prima o poi, dovrà renderne conto alle vittime invisibili sempre più numerose di questo disastro".

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