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Sabato, 20 Aprile 2024
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Serena Mollicone: oggi il possibile colpo di scena. È il giorno della verità per il carabiniere Francesco Suprano

Il presidente della Corte d'Assise di Cassino potrebbe decidere di estromettere l'appuntato dal processo per la morte della ragazza di Arce per avvenuta prescrizione del reato di favoreggiamento. La diciottenne è stata trovata morta tre giorni dopo la sua scomparsa nel giugno del 2001

A quasi vent'anni dalla tragedia, oggi il processo per l'omicidio di Serena Mollicone, la diciottenne di Arce (in provincia di Frosinone) trovata morta tre giorni dopo la sua scomparsa nel giugno del 2001, potrebbe avere il primo colpo di scena. Questa mattina il presidente della Corte d'Assise del tribunale di Cassino, Massimo Capurso, deciderà se estromettere o meno dal processo il carabiniere Francesco Suprano imputato di favoreggiamento, perché avrebbe nascosto la porta presente nell'alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e contro la quale Serena Mollicone avrebbe sbattuto la testa. Secondo l'accusa, il sottufficiale avrebbe agito su disposizione del suo comandante, l'ex maresciallo della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, accusato di omicidio volontario e occultamento del cadavere della ragazza.

Serena Mollicone: il giorno della verità per Francesco Suprano

Nell'udienza dello scorso 16 aprile, gli avvocati Cinzia Mancini ed Emiliano Germani hanno chiesto alla Corte d'Assise l'estromissione del loro assistito in base a dei principi cardine del diritto: il primo riguarda il principio di diritto che vieta all'imputato di essere giudicato due volte per gli stessi fatti (il cosiddetto "ne bis in idem"). Nel 2016 il gip ha disposto l'archiviazione della posizione di Francesco Suprano. Quest'ultimo è sempre stato interrogato come persona informata dei fatti nel 2008, nel 2011 e nel 2016, quindi mai come indagato e mai alla presenza di un avvocato. Ultima e non meno importante sarebbe l'intervenuta prescrizione del reato di favoreggiamento. "Ammesso che Suprano abbia nascosto la porta, ammesso che il reato si sia consumato nel 2008, è intervenuta la prescrizione. Sono passati tredici anni dal giorno in cui c'è stato il verbale di riconsegna della porta", hanno evidenziato nell'udienza del 16 aprile i due avvocati.

Questa mattina, dopo la controreplica del pubblico ministero Maria Beatrice Siravo, la Corte deciderà se accogliere o meno le richieste degli avvocati. Se così dovesse essere, il processo si andrebbe a concentrare solo nei confronti di coloro che sono accusati di aver ucciso e poi occultato il cadavere di Serena Mollicone, i tre componenti della famiglia Mottola: l'ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco, la moglie Annamaria e il figlio Marco. Resta difficile seppur marginale l'ultima posizione, quella del luogotenente Vincenzo Quatrale accusato oltre che di concorso esterno morale in omicidio anche di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, morto nell'aprile del 2008 dopo aver "confessato" parzialmente alla procura di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma di Arce la mattina del primo giugno del 2001 e di non averla più vista uscire.

Aggiornamento - La Corte ha rigettato la richiesta di estromissione del carabiniere Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento, nel processo per l'uccisione di Serena Mollicone.

Il processo per l'omicidio di Serena Mollicone

Vent'anni di colpi di scena e archiviazioni. L'ultimo ostacolo all'inizio del processo è arrivato qualche mese fa per il trasferimento di due giudici togati della Corte di Assise dal tribunale, circostanza che ha spinto il presidente Massimo Capurso a rimandare la pensione per presiedere la Corte e scongiurare altri rinvii. La prima udienza del processo sarà a porte chiuse a causa dell'emergenza covid. Per le udienze successive la stampa in qualche modo potrà assistere. I quotidiani locali lo hanno espressamente chiesto al presidente del tribunale di Cassino, trattandosi di un "processo non qualunque dall'interesse sociale particolarmente rilevante. La richiesta è stata accolta da Capurso.

In aula potranno saranno presenti gli altri imputati: l'ex maresciallo dei carabinieri, all'epoca del delitto comandante della stazione di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie Annamaria e il maresciallo Vincenzo Quatrale, che sono accusati di concorso nell'omicidio. Gli imputati da anni sostengono di essere estranei ai fatti contestati dalla procura di Cassino e dai carabinieri della compagnia di Pontecorvo che hanno portato avanti le indagini. L'Arma dei carabinieri è parte civile nel processo.

Serena Mollicone scompare nel nulla la mattina del primo giugno 2001. Esce presto per andare all'ospedale di Sora e non fa più ritorno a casa. All'ora di pranzo il padre, Guglielmo Mollicone, maestro elementare e titolare di una cartoleria ad Arce, inizia a preoccuparsi e nel pomeriggio ne denuncia la scomparsa ai carabinieri. Cominciano le ricerche e due giorni dopo il corpo della ragazza viene trovato vicino a un mucchio di rifiuti in un boschetto all'Anitrella (dove il giorno precedente era stata fatta una perlustrazione senza trovare nulla). Serena aveva mani e piedi legati da nastro adesivo e fil di ferro e un sacchetto in testa. A seguito degli accertamenti del Reparto investigazioni scientifiche - svolti a distanza di molti anni dai fatti - secondo l'ipotesi accusatoria si sostiene che l'omicidio sia avvenuto all'interno della caserma dei carabinieri di Arce. Basandosi su tali risultanze probatorie, nell'aprile 2019 la procura della Repubblica di Cassino aveva chiuso le indagini.

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Il carabiniere Francesco Suprano

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