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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ragusa

Violenza su una 12enne: "Adescava su WhatsApp le bambine più piccole"

Un ragazzo di 21 anni è finito in manette a Vittoria, in provincia di Ragusa, per aver avuto rapporti sessuali con ragazze minorenni, spesso sotto i 12 anni di età

La polizia ha arrestato un ragazzo di 21 anni, S.R., che adescava sui social e su WhatsApp delle ragazzine, spesso anche con meno di 12 anni, per poi conoscerle di persona, farsi inviare delle foto hot e infine costringerle ad avere dei rapporti sessuali. E' accaduto a Vittoria, grosso centro in provincia di Ragusa, dove le indagini hanno portato all'arresto del giovane pedofilo, che adesso dovrà rispondere di di atti sessuali con minorenne, consumati e tentati. 

Il modus operandi

Come ha scoperto la Squadra mobile di Ragusa, diretta dal vicequestore aggiunto Antonino Ciavola, il ragazzo in "modo seriale adescava le vittime su gruppi WhatsApp e poi le convinceva a compiere atti sessuali ottenendo la fiducia delle ragazzine". Decine di contatti al giorno "al fine di convincere le vittime ad avere rapporti sessuali anche virtuali, utilizzando un'incredibile perversione - dicono gli inquirenti - Una richiesta continua alle bambine di invio di foto e video hard che spesso andava a buon fine, in quanto le vittime si facevano convincere".

Probabilmente ci sono altre vittime non ancora identificate perché adescate prima dell'inizio dell'attività d'indagine. La Squadra Mobile avverte: "Qualora altre minori dovessero essere state contattate dal soggetto, sono pregate di rivolgersi alla Squadra Mobile di Ragusa". Il Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Ragusa, ricevuta l'informativa di reato della Squadra Mobile e del Commissariato di Vittoria, ha richiesto ed ottenuto l'applicazione della misura cautelare a carico dell'indagato.

Durante l'attività investigativa volta alla repressione di reati predatori consumati a Vittoria, gli investigatori si sono imbattuti nel giovane arrestato. "Le conversazioni telefoniche dell'indagato avevano come fine quasi esclusivamente quello di adescare minorenni via social network o su gruppi WhatsApp frequentati da giovanissime ragazzine", spiegano gli investigatori.

Social e WhatsApp

"La tecnica era sempre la stessa: partecipare a gruppi whatsapp dove vi sono iscritti numerosi contatti di ragazzine; controllare il profilo di ognuna; dalla foto profilo verificare se di gradimento; i primi messaggi di conoscenza; la richiesta dell'età - dicono ancora gli inquirenti - se piccole venivano fatte proposte se già avevano 14 anni venivano scartate; dopo pochissimi contatti la richiesta di invio di foto e video; subito dopo la richiesta si trasformava in foto e video hard; proposte di sesso virtuale; masturbazione anche più volte al giorno con proposte che hanno fatto emergere una perversione al di fuori di ogni immaginazione".

Non pago di aver catturato l'attenzione e la fiducia di alcune vittime, il 21enne "ha più volte tentato di adescare altre minori che rifiutavano le richieste di invio foto e video asserendo testualmente: “ma io sono piccola ho solo 12 anni”". Il giovane oltre ad aver compiuto atti sessuali con una delle vittime (per quanto fino ad ora accertato ma potrebbero essercene delle altre) ha anche provato a convincere le amiche di questa, come se dovesse riuscire nel suo intento con tutto il gruppo. ''Adesso tocca a te'' era questo che diceva alle altre minori ma qualche volta era sfortunato perché rispondevano al telefono i genitori che effettuavano un giusto controllo sullo smartphone delle bambine.

Violenza sessuale

"L'indagato ha sì ottenuto il consenso della vittima ma questo non lo scusa e risponderà di violenza sessuale su minore - dicono dalla Squadra mobile di Ragusa - La legge anche se non vi è stata violenza o minaccia nei confronti delle vittime, quando queste hanno meno di 14 anni prevede la stessa pena di chi ha esercitato violenza fisica. Il legislatore non scusa l'ignoranza della conoscenza del soggetto agente dell'esatta età della vittima; inoltre non avendo questa ancora raggiunto un grado di maturità tale da poter scegliere liberamente, il legislatore ha previsto pene uguali per chi compie atti sessuali con minore consenziente ma minore degli anni 14 e chi esercite su di esse violenza o minaccia".

Durante l'attività investigativa l'indagato è stato sottoposto a perquisizione domiciliare disposta dal Pubblico Ministero e la Squadra Mobile insieme ai colleghi del Commissariato di Vittoria sequestravano diversi dispositivi informatici tuttora in fase di analisi. L'indagato nonostante la perquisizione domiciliare postava sul social network facebook minacce rivolte alle famiglie delle vittime perché lo avevano denunciato.

L'arresto

Ieri, lunedì 22 ottobre, in tarda mattina gli investigatori della Polizia di Stato hanno ricevuto l'ordine di cattura e pochi minuti dopo l'indagato veniva arrestato e condotto presso gli uffici della Squadra Mobile. La Polizia Scientifica lo ha fotosegnalato e subito dopo è stata applicata la misura cautelare disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari. ''La Polizia di Stato di Ragusa ha potuto assicurare alla giustizia un altro criminale grazie alla collaborazione delle famiglie delle bambine che hanno aiutato gli investigatori a fare chiarezza su quanto accaduto - dicono dalla Questura di Ragusa - La Squadra Mobile pone il massimo dell'attenzione su questi fenomeni sempre più frequenti di adescamento dei minori via social network e instant messenger, spesso covo di soggetti che pongono le loro attenzioni sessuali sui minori. È necessaria una costante vigilanza da parte degli adulti sull'utilizzo degli smartphone da parte dei più piccoli, ignari della perversione di alcuni''. E avverte: "Nel caso in cui altre vittime fossero state adescate, si prega di contattare la Squadra Mobile al numero 0932/673063 o 0932/673696''.

"Raccomando ai genitori di fare molta attenzione ai contatti che i figli minori hanno sui social ma anche sui gruppi di WhatsApp. E' una tecnica molto utilizzata dai pedofili e noi non escludiamo che ci possano essere altre persone che usano la stessa tecnica. Quindi, attenzione a ragazzini quando smanettano sui cellulari senza controllo". E' il monito lanciato attraverso l'Adnkronos dal Procuratore capo di Ragusa, Fabio D'Anna, che ha coordinato l'inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Ragusa che all'alba di oggi ha portato all'arresto di un giovane accusato di avere adescato per mesi delle bambine attraverso i gruppi di WhatsApp. 
 

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