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Giovedì, 18 Aprile 2024
Giustizia

Alma Shalabayeva rompe il silenzio: "Grazie Italia, mi sento protetta"

Dopo aver ottenuto con la figlia lo status di dissidente politico Alma Shalabayeva parla ai giornalisti: "Grazie all'Italia ma adesso voglio aiutare tutti coloro che soffrono a causa delle dittature, come quella kazaka"

Dopo aver ottenuto assieme alla figlia lo status di dissidente politico, riconosciuto dalla protezione internazionale del Viminale, Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov parla ai giornalisti dopo mesi di silenzio.

"Grazie a tutti gli italiani che hanno protetto me e mia figlia. Spero di riunirmi con la mia famiglia, in un clima di serenità. Vorrei aiutare tutti coloro che soffrono o hanno sofferto per le azioni condotte dalle dittature e dalle violazioni dei diritti umani. Adesso voglio incontrare papa Francesco perché per me è simbolo di tutto questo" afferma la donna dallo studio legale dei suoi avvocati durante un conferenza stampa.

Saranno emessi due permessi di soggiorno per la donna e la bambina con validità quinquennale e rinnovabili senza scadenza. Dopo questo periodo di tempo la donna potrà chiedere la cittadinanza italiana. Una sostanziale equiparazione del rifugiato ai cittadini italiani per quanto riguarda i diritti normativamente garantiti.

Lo status di rifugiato è stato riconosciuto per la situazione complessa del Kazakistan. "Gli oppositori del regime non hanno libertà di parola e sono spesso soggetti a suicidi e incidenti indotti. Nei sette mesi durante i quali la donna è stata nel suo Paese è stata sotto controllo e la bambina non poteva andare a scuola. La loro era una situazione di detenzione coatta" spiega l'avvocato Anton Giulio Lana, segretario generale dell’Unione Forense per la tutela dei diritti umani.

"Questa notizia è il trionfo dell'Italia sul metodo Nazabaev. Lui ritiene di poter spargere i suoi soldi per ottenere i suoi obiettivi. Per lui tutto ha un prezzo ma non è così. L'Italia con questo ha inviato un messaggio chiaro: i diritti umani non sono in vendita" afferma l'avvocato che si è occupato del caso, Peter Sahlas.

Sul comportamento dell'allora ministro dell'Interno, Angelino Alfano, l'avvocato Sahlas preferisce glissare: "Non mi pronuncio nello specifico, l'importante è che il metodo Nazabaev sia stato sconfitto".

Il marito della Shalabayeva invece si trova in Francia: il 9 gennaio 2014 il tribunale di Aix en Provance ha emesso una sentenza che consente la sua estradizione. "E' stata una vergogna per la Francia e fonte d'imbarazzo per i suoi giudici. Sappiamo che il Kazakistan ha passato illegalmente dei documenti durante il processo ma la Corte di Cassazione francese ha annullato tale sentenza. Adesso ci sarà un nuovo processo ma questa volta a Lione. Lotteremo contro tale estradizione perché quanto accaduto in Italia smachera il regime kazako" conclude Peter Sahlas.

Alma Shalabayeva venne fermata il 28 maggio 2013 da alcuni agenti della questura di Roma, insieme alla figlia di 6 anni, mentre si trovava in una villa a Casalpalocco. Il 30 maggio 2013 la questura di Roma firmò l’espulsione sua e della figlia, con l’accusa di essere entrata illegalmente in Italia e venne rimandata in Kazakistan. Solo il 24 dicembre 2013, a seguito a diverse polemiche, fu possibile per lei lasciare il suo Paese. Adesso, con lo status di rifugiata, potrà vivere con la figlia nella Capitale. "Vorrei ringraziare in particolare Emma Bonino che da ministro degli Esteri ha fatto pressione internazionale, l'unica azione ci ha consentito di continuare a vivere in questi mesi" conclude Alma Shalabayeva.

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