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Giovedì, 28 Marzo 2024
Emergenza

Siccità, dove si rischia il razionamento dell'acqua e le regioni messe peggio

Possibili chiusure dell'erogazione anche nelle fasce diurne. Lo stato d’emergenza dovrebbe essere proclamato entro la fine della prima settimana di luglio

"In alcune zone non è escluso che un razionamento dell'acqua porti a chiusure dell'erogazione nelle fasce diurne". A dirlo ieri è stato Fabrizio Curcio. "Quest'anno abbiamo dovuto sopportare il 40-50 per cento di acqua in meno e la siccità è un problema diffuso in tutta Italia. Bisogna capire le misure da mettere in campo per mitigarlo". Lo scenario peggiore possibile è stato formulato a parole in diretta tv non da uno che passava di lì per caso, ma dal capo della Protezione civile. Fabrizio Curcio. Molto dipenderà da quali segnali darà il meteo nelle prossime settimane. Previsioni temporalesche a parte, le reti-colabrodo non aiutano, per usare un eufemismo. Il tasso medio di dispersione al Nord è ovunque a doppia cifra, con punte record al Sud. Sottoterra spesso corrono tubi vecchi e le manutenzioni scarseggiano. Il 60% delle infrastrutture è stato messo in posa oltre 30 anni fa e il 25% ha oltre mezzo secolo di vita. 

L’Italia è il paese con più acqua d’Europa, più di Gran Bretagna o Francia, con 302 miliardi di metri cubi di pioggia l’anno (negli ultimi 50 anni). Abbiamo una grande ricchezza di corsi d’acqua (7594), di laghi (324) e oltre 1000 falde sotterranee. Abbiamo pure 526 dighe che raccolgono l’11% delle piogge contro il 15% di 50 anni fa. Ma dobbiamo fare i conti con una carenza di infrastrutture mai rinnovate e che in molti casi risalgono al dopoguerra. L’acqua non ha finanziamenti pubblici dalla Legge Galli del 1996. Abbiamo 600 mila km di rete idrica che perdono il 42% ( per arrivare alla perdita media europea dell’8% ci vorranno, di questo passo, 250 anni) dell’acqua e con la tariffa più bassa di Europa.

Siccità, i fondi del Pnrr non bastano

Razionare l'acqua significa semplicemente ridurne la fruizione in funzione di parametri e gestione delle risorse. Cosa facile a dirsi e molto meno a farsi, perché si concretizza con l'interruzione in determinati orari, solitamente notturni, della corrente elettrica che consente l'erogazione dell'acqua. Viene abbassata la pressione, e l'acqua non raggiunge più tutte le utenze. Quando viene abbassata la pressione, l’acqua non raggiunge in prims le utenze poste ad una quota più alta rispetto alla fonte di approvvigionamento, poi tutte le altre.

Siccità, dove la situazione è più grave

Lo stato d’emergenza per la siccità dovrebbe essere proclamato entro la fine della prima settimana di luglio. Si fornirà una cornice normativa per gli interventi più urgenti per evitare frizioni tra gli enti locali. Il ministro delle Politiche Agricole e Forestali Stefano Patuanelli ha parlato di un tavolo di coordinamento per evitare una guerra dell’acqua: "Bisogna razionalizzare individuando le priorità". Nulla è ancora stabilito perché deve essere ancora deciso l’impianto generale ma poi soprattutto vedere caso per caso, perché ogni acquedotto fa riferimento a un bacino e quindi ogni zona farà storia a sé.

Vista la forte siccità che si sta vivendo in questo momento e la crisi idrica che sta interessando gran parte del nord Italia, alcune città hanno iniziato a parlare di razionamento dell'acqua tra i possibili interventi. Ordinanze comunali a parte, molti sindaci chiedono di non utilizzare l'acqua per "fini diversi da quelli igienici e domestici".

Nel Nord Italia la situazione è molto grave quasi ovunque, Liguria esclusa: secondo una prima analisi degli esperti, in attesa di stabilire i parametri con precisione, nell'area "rossa" dell’emergenza ci dovrebbero finire il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, praticamente tutta la Pianura Padana. Ma al Centro in difficoltà ci sono anche le Marche e il Lazio. Sono queste le sei regioni più attenzionate, ma eventuali razionamenti non saranno a carattere regionale, bensì a livello molto più locale. In attesa di un decreto siccità che possa regolamentare l'emergenza, come accennato le Regioni si muovono in ordine sparso

Il Po, il fiume più lungo d'Italia, ha raggiunto i minimi storici dopo mesi trascorsi senza precipitazioni intense. La seguente animazione rivela il notevole abbassamento del fiume tra giugno 2020 e giugno 2022. Impressionante.

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