Il Cav si arrende: "E ora rieducatemi, ma con calma"
Berlusconi diviso fra i domiciliari e i servizi sociali: "Essere rieducato a 77 anni è sconvolgente". Ma l'affido ad una comunità gli consentirebbe di vivere a Roma e di essere "più libero"
ROMA - Fiducia a Letta, unità del Pdl più o meno recuperata e un voto in Giunta che è andato esattamente come pronosticato. La vita politica di Silvio Berlusconi procede, tutto sommato, sui binari della prevedibilità. Non si può dire altrettanto, invece, per la vita personale, o giudiziaria, del Cavaliere che fa registrare continue accelerate e brusche frenate. Ieri sera l'annuncio del legale del leader del Pdl, Franco Coppi: "Chiederemo l'affidamento in prova ai servizi sociali". Questa mattina la, parziale, frenata del diretto interessato: "C'è tempo, ancora tempo. Fatemi ragionare".
Un po' di tempo effettivamente ancora c'è, ma il 15 ottobre, giorno in cui Berlusconi dovrà decidere tra servizi sociali e arresti domiciliari, si avvicina a grandi falcate. La condanna a quattro anni per frode fiscale nel processo Mediaset in un modo o nell'altro va scontata. E questo Silvio lo sa. Per questo, nonostante dica ai quatto venti che "c'è ancora tempo", passa giorno e notte con i suoi fedelissimi, e con i suoi legali, alla ricerca della strada migliore.
Coppi, l'ha individuata e l'ha suggerita al Cav: servizi sociali. Un suggerimento corredato da tutti i possibili vantaggi, tanti: altri mesi da uomo libero davanti, finché il Tribunale di Milano non si esprime sulla richiesta, e soprattutto una libertà di movimento (anche politico) che verrebbe annullata dagli arresti domiciliari. Silvio ha sorriso, si è illuminato, ma poi ha tentennato.
Perché? "Fare domanda per i servizi sociali equivale ad ammettere una colpa - spiega una fedelissima - mentre lui non fa che ripetere di essere innocente". Bel problema. E ancora: "Per lui, a 77 ani, l'idea di dovere essere rieducato è sconvolgente", rivela un altro pidiellino.
Sconvolgente o meno, però, Berlusconi ci sta pensando. E avrebbe già addirittura individuato l'associazione che fa al caso suo: il Ceis, la comunità terapeutica fondata da don Mario Picchi che già ospitò Cesare Previti. Dove ha sede il Ceis? A Roma, dove il leader del Pdl ha preso la residenza. Un particolare che potrebbe spingere il Cav ad accettare la rieducazione. Ma con calma, certo.