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Sabato, 20 Aprile 2024
Il cioccolatino per morire / Roma

Una stanza in hotel per morire: chiuso sito internet per istigazione al suicidio

Sono stati i familiari di una delle vittime a scoprire la chat sul cloud del cellulare. Ora gli investigatori stanno ricostruendo una rete che potrebbe essere dietro alla morte di altri adolescenti. Si cercano le identità dei gestori e moderatori della community

Due diciottenni morti in hotel a distanza di pochi mesi: non si conoscevano ma una dinamica strana e troppo simile ha insospettito gli investigatori che hanno controllato le chat. Così è nata una indagine che ha permesso di scoprire l'esistenza di un forum online dove venivano proponiate ricette per avvelenarsi assicurando alle vittime il sicuro "successo" ottenuto da altri ragazzi che avevano trovato la morte nello stesso modo.

Due giovani morti a Roma, chiuso sito internet dove si istigava al suicidio

Una stanza in hotel "dove stare tranquilli" e sentirsi ancora più estranei, un preparato a base di un noto conservante chimico come veleno e poi un cioccolatino ed un farmaco antivomito per evitare di salvarsi. Erano queste le indicazioni che venivano suggerite su un sito web per cui è stato disposto l'oscuramento dagli inquirenti della Polizia Postale coordinate dal pm della procura di Roma Giulia Guccione. 

Tra le vittime non vi sarebbero solo due ragazzi romani che tra febbraio e dicembre si sarebbero tolti la vita. Anche la procura di Palermo sta svolgendo delle verifiche su un terzo episodio che riguarda un ragazzo del capoluogo siciliano.

Gli accertamenti, partiti da una serie di chat, tutte in lingua inglese, e da quanto ritrovato nel cloud dalla famiglia di uno dei giovanissimi. Secondo gli inquirenti sul sito si trovava un supporto concreto e morale nel portare a compimento propositi suicidari. Nelle chat oltre alle ricette per il suicidio veniva suggerita anche la dieta da intraprendere qualche giorno prima dell'atto finale, per non rimettere la sostanza tossica ingerita e consentire alla stessa di sviluppare tutto il suo effetto venefico.

Il caso però potrebbe non finire qui: se il sito appare ancora online ma potrebbe essere a breve reso inaccessibile, proseguono le indagini per verificare l'identità di gestori o moderatori della community, probabilmente residenti in Europa, che si offrivano per aiutare i giovani a togliersi la vita. Ulteriori analisi sono in corso anche sui contenuti delle chat.

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"Non si tratta purtroppo di un caso isolato" spiega il Codacons che chiede un giro di vite su web e social network che ospitano contenuti e pagine pericolose. "La piattaforma sequestrata dalla Procura è solo uno dei tanti siti pericolosi che spingono a compiere gesti estremi. Su web, dark web e social network proliferano pagine e contenuti che istigano i soggetti più influenzabili a comportamenti a rischio, dalla violenza verso gli altri a quella verso se stessi, un fenomeno in continua crescita come dimostrato dai fatti di cronaca degli ultimi anni".

"Il problema reale è che manca un controllo sui contenuti e su chi gestisce tali pagine, una anarchia totale dove trovano spazio soggetti senza scrupoli, e si interviene purtroppo quando è troppo tardi e solo dopo che le tragedie si sono consumate. Per tale motivo il Codacons chiede di aumentare i controlli su siti internet e social network, per oscurare le pagine pericolose e perseguire penalmente i responsabili di istigazione a suicidi ed atti criminali."

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