Migrante ucciso in Calabria, c'è un indagato per la morte del sindacalista Usb
I carabinieri della compagnia di Tropea e della stazione di San Calogero hanno notificato un avviso di garanzia a una persona del posto
C'è una persona indagata per la morte di Soumayla Sacko, il 29enne originario del Mali ucciso a colpi di fucile a San Calogero, in provicina di Vibo Valentia. I carabinieri della compagnia di Tropea e della stazione di San Calogero hanno notificato un avviso di garanzia a una persona del posto: A.P., 43 anni, nipote di uno dei soci della società proprietaria dell'ex fornace in cui è avvenuto il delitto, come ricorda TgCom.
"Schiavi mai": migrante ucciso, in piazza la rabbia dei braccianti
"Una riflessione merita la vicenda tragica e inquietante occorsa qualche giorno or sono. Sacko Soumayla è stato ucciso con un colpo di fucile: era uno tra i mille braccianti, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni in questo paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano al di sotto della soglia della dignità. A lui e ai suoi familiari va il nostro commosso pensiero", ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nell'Aula del Senato ricordando il migrante sindacalista ucciso e incassando così l'applauso e la standing ovation dell'Aula. "Ma questo non basta - rimarca il premier - La politica deve farsi carico del dramma di queste persone e garantire percorsi di legalità, che costituiscono la stella polare di questo programma di governo".
La replica dell'Usb alle parole del premier Giuseppe Conte
Le parole di Conte sono state commentate dall'Usb, il sindacato di riferimento di Sacko. "Tre giorni dopo l'assassinio del nostro compagno Soumaila Sacko, il governo ha finalmente trovato la voce ed è intervenuto ufficialmente su un omicidio pianificato per mettere a tacere le rivendicazioni degli sfruttati di San Ferdinando e, più in generale, dei lavoratori che nelle campagne lottano per i diritti con l'Unione Sindacale di Base. È importante perché rompe il silenzio tombale di Salvini e Di Maio, un'afasia tanto grave da aver provocato la discesa in campo, in tv e sui giornali, di firme di ogni appartenenza", ha spiegato in una nota il sindacato, che ora chiede di passare dalle parole all'azione. "È importante che ora si dia un seguito a questi fatti e che si intraprenda la strada per garantire veramente e stabilmente i diritti dei lavoratori dei campi, degli sfruttati e degli invisibili che si dannano per due euro l'ora. Noi, l'Unione Sindacale di Base, continueremo le nostre battaglie per i braccianti, per i senza diritti, nel nome di Soumaila Sacko e di tutte le altre vittime dello sfruttamento e del caporalato. Lo faremo con le mobilitazioni che si susseguono da ieri in tutta Italia e sfoceranno nella grande manifestazione nazionale del 16 giugno a Roma, convocata contro le disuguaglianze sociali". Il sindacato infine ha annunciato come stia garantendo assistenza legale alla famiglia di Soumaila Sacko e abbia lanciato una raccolta fondi, per consentire tra l'altro il trasporto della salma in Mali, attraverso la Cassa di resistenza e solidarietà. L'IBAN sul quale effettuare i versamenti è IT 17 W 0312703201000000001801 (Unipol Banca). Indicare nella causale ''Solidarietà a Soumaila Sacko''.