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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Trieste

Sparatoria in Questura a Trieste, morti due poliziotti: cosa sappiamo finora

A sparare è stato un 29enne, portato in questura insieme al fratello, perché sospettato del furto di uno scooter. La ricostruzione

Non c'è stato nulla da fare per i due agenti feriti nella sparatoria avvenuta poco prima delle 17 davanti alla Questura di Trieste, tra la via del Teatro Romano e via di Tor Bandena. Le due vittime sono Pierluigi Rotta, 34 anni di Napoli e l'agente Matteo Demenego, 31 anni di Velletri. Una nota ufficiale della Questura ha confermato il loro decesso. Fermate due persone. Secondo Repubblica si tratta di due fratelli di 29 e 32 anni originari della Repubblica Dominicana che erano stati portati in questura per il furto di uno scooter avvenuto in mattinata. A fare fuoco sarebbe stato il più giovane, forse affetto da disagio psichico. 

Nella sparatoria, che ha provocato un fuggi fuggi generale, è rimasto ferito anche un altro agente, colpito di striscio alla mano da un proiettile. I testimoni riferiscono di numerosi colpi di pistola. 

Sparatoria a Trieste, morti due poliziotti: la dinamica

 "I due fratelli autori della sparatoria erano stati accompagnati in Questura da personale delle Volanti dopo un'attività di ricerca del responsabile della rapina di uno scooter, avvenuta nelle prime ore del mattino. Per motivi in fase di accertamento - si legge in una nota della Questura di Trieste - uno dei due ha distolto l'attenzione degli agenti e ha esploso a bruciapelo più colpi verso di loro. Entrambi hanno tentato di fuggire dalla Questura, ma sono stati fermati". Questa la versione ufficiale. 

Secondo altre fonti a sparare sarebbe stato un uomo alto quasi due metri. Si trovava nell'ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico della Questura, dove portano gli arrestati, quando ha chiesto di andare al bagno. "E' stato accompagnato - ha raccontato un agente all'AdnKronos - ma quando è uscito era una furia, ha aggredito i colleghi, ne ha disarmato uno e ha sparato all'impazzata in direzione di entrambi".

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Il racconto dei testimoni

"Non voglio l'ambulanza, portami via, scappiamo!" avrebbe detto uno dei due rapinatori, rimasto ferito nella sparatoria. Agghiaccianti le testimonianze di chi ha assistito al conflitto a fuoco. "Ho sentito sei spari in strada e poi altri colpi", ha detto un testimone. Gli "agenti urlavano mani in alto e faccia a terra, mi sono barricata nel negozio", ha detto un altro, e "ho visto gli agenti correre dentro la questura a caccia di un uomo". Dopo aver appreso la notizia della sparatoria che ha causato la morte dei due agenti, il capo della polizia Gabrielli e il ministro dell'Interno Lamorgese sono partiti per Trieste. Il sindaco Dipizza ha proclamato il lutto cittadino. 

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Il messaggio di Mattarella

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli, il seguente messaggio: "Ho appreso con profonda tristezza la notizia della barbara uccisione dell'agente scelto Matteo De Menego e dell'agente Pierluigi Rotta, feriti mortalmente presso la Questura di Trieste mentre erano impegnati in una operazione di servizio. In questa dolorosa circostanza, desidero esprimere a lei ed alla Polizia di Stato la mia solidale vicinanza, rinnovando i sentimenti di considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno degli operatori della Polizia al servizio dei cittadini. La prego di far pervenire ai familiari degli agenti le espressioni della mia commossa partecipazione al loro dolore".

Il Sap: "Siamo addolorati, servono più tutele"

"Esprimiamo il nostro profondo cordoglio alla famiglia dei due colleghi uccisi questo pomeriggio a Trieste. Siamo addolorati". Esordisce così Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), commentando quanto avvenuto a Trieste questo pomeriggio. "Siamo continuamente vittime di balordi - aggiunge -. Questa è l'ennesima aggressione che contiamo dal 1° giugno, ma con un tragico epilogo che ci lascia sgomenti. Abbiamo bisogno di maggiori tutele mentre siamo in strada a rendere il nostro servizio alla comunità e servono pene severe per chi attenta alla nostra vita".

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