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Venerdì, 19 Aprile 2024
Inchieste / Milano

Specularono sulla crisi: indagati 18 banchieri

Una "cresta" di decine di milioni di euro sulla compravendita di titoli e prodotti finanziari. L'accusa: associazione a delinquere finalizzata all'appopriazione indebita. Tra gli indagati, dipendenti delle maggiori banche italiane

Mentre il mondo iniziava a precipitare nella spirale della crisi economica, c'era chi faceva la "cresta" - per decine di milioni di euro - sulla compravendita di titoli e prodotti finanziari. Il tutto, tramite l'intermediazione fittizia di Lutifin Service Sa, gruppo composto da molteplici società con sede in stati diversi, Svizzera, Irlanda, Regno Unito, Usa, Isole Cayman.

E' questo il quadro che il pm milanese Roberto Pellicano fa nel documento con cui ha chiuso l'inchiesta su 18 bancari indagati per associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita.

"Gli ingenti margini realizzati da Lutifin confluivano su diversi rapporti bancari presso istituti di credito italiani e intestati alle società del gruppo per essere successivamente prelevati in contanti da amministratori e dipendenti della società luganese" scrive il pm.

In un solo semestre erano stati movimentati titoli per 30 miliardi di euro. Le somme sin qui accertate finite nelle tasche degli indagati, tra i 200 mila e il milione e 300 mila euro, sono da considerare assolutamente minimali. "La stima vera - afferma un investigatore - è che avranno guadagnato almeno 10 volte tanto".

Le operazioni sospette infatti andarono avanti per 7 anni tra il 2002 e il 2009 e alcune fa osservare il pm nel documento di chiusura indagine non sono state neanche contestate formalmente perchè già coperte dalla intervenuta prescrizione.

Tra i 18 indagati, sette sono i proprietari e i soci della Lutifin e 11 i dipendenti di Società di intermediazione mobiliare e istituti di credito come la ex Banca Popolare di Lodi, Bnp Paribas, Royal Bank of Scotland (per queste due erano assunti nelle sedi di Londra), Unicredit, Banca Cassa Lombarda e Banca di Credito Cooperativo di Roma.

L'indagine coordinata dal pm di Milano è nata in seguito a un'inchiesta svizzera e a una segnalazione di operazioni sospette da parte dell'Unità di Informazione Finanziaria della Banca D'Italia. Operazioni che vedevano come 'protagonistà il Gruppo Lutifin (liquidato nel 2009) composto da molteplici società con sedi non solo a Lugano, ma anche in Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti, Isole Cayman, attivo nel settore dell'intermediazione finanziaria con banche e Sim.

"In particolare - come si legge nel capo di imputazione - attraverso un apparato societario predisposto ad hoc, il personale amministrativo e operativo di Lutifin Service sa (...) intermediava numerose operazioni di acquisto /vendita di titoli del mercato azionario regolamentato italiano o Eurobond Otc (non quotati) tra controparti istituzionali, principalmente banche e Sgr italiane".

Il sospetto degli inquirenti è che le operazioni con la Lutifin servissero anche, in qualche caso, per "aggiustare" il bilancio da parte delle banche. Ovvero, in alcuni casi era un modo per far uscire titoli tossici o particolarmente rischiosi, e poi farli rientrare "ripuliti" o dopo che il bilancio era stato sistemato.
 

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