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Venerdì, 29 Marzo 2024
Troppi punti oscuri / Roma

Morto a 13 anni a scuola, la madre contro l'archiviazione: "Non è stato suicidio, servono altre indagini"

Angela Mattiello è la mamma di Stefano, il ragazzino che il 20 ottobre del 2017 è precipitato nella tromba delle scale dell'istituto Santa Maria, all'Esquilino. Per gli inquirenti un gesto volontario, per la famiglia ci sono ancora troppi punti oscuri

Riaprite le indagini sulla morte di Stefano Bacigalupo: è l’appello di Angela Mattiello, la mamma del 13enne che nell’ottobre del 2017 è precipitato nella tromba delle scale dell’Istituto Santa Maria, in zona Esquilino, morendo all'ospedale San Giovanni per le gravissime ferite riportate.

Per inquirenti e procura Stefano si è gettato volontariamente, un suicidio maturato in silenzio e dimostrato anche da un biglietto che il ragazzino avrebbe lasciato sotto il banco, identificato come una sorta di “testamento".

I genitori però non si rassegnano, e hanno deciso di opporsi alla richiesta di archiviazione del caso presentata dalla procura chiedendo che le indagini vengano riprese e approfondite per accertare cosa sia davvero successo la mattina del 20 ottobre nell’istituto dei religiosi marianisti tra via Tasso e via Marconi.

Secondo i racconti dei testimoni il tredicenne, che frequentava la terza media, alla fine di una lezione ha salutato i compagni con cui stava trascorrendo la pausa delle lezioni, sarebbe salito fino al secondo piano e poi si sarebbe gettato dalle scale anti incendio. Mamma Angela non ha però mai creduto alla tesi del suicidio, e ha chiesto a più riprese che gli investigatori si concentrassero su eventuali liti o scherzi finiti male, o ancora sulla caduta accidentale.

Troppi aspetti ancora da chiarire, sostiene la signora Mattiello, per poter archiviare il caso come suicidio. E la donna è decisa anche ad accertare eventuali responsabilità dell’istituto: “Ritengo ci sia un’innegabile responsabilità della scuola alla quale ho affidato mio figlio - ha detto ai microfoni di Rai Radio1 - me lo dovevano ridare vivo all’uscita”.

Sulla ricerca di risposte dei genitori di Stefano si pronuncerà il gup del tribunale di Roma il prossimo 4 giugno, decidendo se accogliere o meno la richiesta di archiviazione presentata lo scorso febbraio.

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