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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Roma

Stefano Cucchi adesso riposa in pace

Un maresciallo dei carabinieri subito dopo la sentenza di ieri sera ha fatto il baciamano a Ilaria Cucchi. "L'ho fatto perché finalmente dopo tutti questi anni è stata fatta giustizia". Il comandante Nistri: "Carabinieri venuti meno al loro dovere"

Un maresciallo dei carabinieri subito dopo la sentenza di ieri sera ha fatto il baciamano a Ilaria Cucchi. "L'ho fatto perché finalmente dopo tutti questi anni è stata fatta giustizia", ha detto il militare mentre stava accompagnando i genitori di Stefano Cucchi con il senatore Luigi Manconi, anche loro commossi, fuori dall'aula bunker di Rebibbia.

Il Comandante Generale dell'Arma, Giovanni Nistri, esprime vicinanza ai Cucchi: "Abbiamo manifestato in più occasioni il nostro dolore e la nostra vicinanza alla famiglia per la vicenda culminata con la morte di Stefano Cucchi. Un dolore che oggi è ancora più intenso dopo la sentenza di primo grado della Corte d`Assise di Roma che definisce le responsabilità di alcuni carabinieri venuti meno al loro dovere, con ciò disattendendo i valori fondanti dell`Istituzione. Sono valori a cui si ispira l'agire di 108mila carabinieri che, con sacrificio e impegno quotidiani, operano per garantire i diritti e la sicurezza dei cittadini, spesso mettendo a rischio la propria vita, come purtroppo testimoniano anche le cronache più recenti".

Stefano Cucchi, condannati due carabinieri

Fu omicidio, Stefano Cucchi fu ucciso. Il geometra 31enne venne arrestato dai carabinieri il 15 ottobre del 2009 per droga e deceduto una settimana dopo all'ospedale Sandro Pertini di Roma. I giudici della prima corte di assise di Roma hanno condannato con l’accusa di omicidio preterintenzionale i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro; assoluzione ‘per non aver commesso il fatto' invece per il militare dell’Arma Francesco Tedesco, unico imputato presente in aula. Condanna a 3 anni e 8 mesi per il maresciallo Roberto Mandolini e a 2 anni e mezzo per Tedesco, entrambi per l’accusa di falso. Assolti, invece, Vincenzo Nicolardi, Tedesco e Mandolini dall’accusa di calunnia.

Ilaria: "Ho mantenuto la promessa, ora Stefano riposa in pace"

"Oggi ho mantenuto la promessa fatta a Stefano dieci anni fa quando l’ho visto morto sul tavolo dell’obitorio. A mio fratello dissi: ‘Stefano ti giuro che non finisce qua’. Abbiamo affrontato tanti momenti difficili, siamo caduti e ci siamo rialzati, ma oggi giustizia è stata fatta e Stefano, forse, potrà riposare in pace". Così Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, ha commentato la sentenza. "Ci sono voluti 10 anni e chi è stato al nostro fianco ogni giorno sa benissimo quanta strada abbiamo dovuto fare -ha aggiunto-. Ringrazio tutti coloro che non ci hanno abbandonato e ci hanno creduto, assieme a noi". "Il nostro pensiero va al carabiniere Riccardo Casamassima, che oggi era qua al nostro fianco, e alla moglie Maria Rosati, per tutto quello che stanno passando", ha sottolineato Ilaria subito dopo la sentenza nell'ambito del processo che si è aperto proprio grazie alle rivelazioni del supertestimone Casamassima.

Rita Calore e Giovanni Cucchi, i genitori: "Grazie alla Procura"

"Ci sono voluti dieci anni di dolore", hanno sottolineato anche i genitori di Stefano Cucchi, Rita Calore e Giovanni Cucchi. "Andremo sempre avanti -hanno aggiunto-. Lo abbiamo giurato davanti a quel corpo martoriato. A Stefano abbiamo promesso di andare avanti per avere verità e giustizia. Questo è il primo passo e andremo avanti fino alla fine, ma oggi è già tanto e vogliamo ringraziare la procura di Roma e tutte le persone che ci sono state vicine". "Non avremmo mai mollato, mai", ha proseguito la mamma di Stefano, che ha voluto ringraziare l'ex procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone e il pm Giovanni Musarò, per la riapertura del caso. "Noi non volevamo un colpevole qualsiasi, noi volevano la verità, abbiamo sempre cercato la verità, e oggi l'abbiamo ottenuta", ha aggiunto il padre del geometra romano.

Cittadinanzattiva: "Sentenza che rimette le cose a posto"

"A dieci anni dalla morte di Stefano Cucchi finalmente una pronuncia che rende giustizia e restituisce fiducia nella Magistratura". Così commenta Cittadinanzattiva che sin dal primo momento è stata parte civile nel processo, rappresentata dall'avvocato Stefano Maccioni.
"Per la prima volta si scrive in una sentenza che Stefano Cucchi fu ucciso in seguito al pestaggio dei carabinieri che lo avevano in custodia. Questa pronuncia rimette le cose a posto, attribuisce responsabilità chiare e rende giustizia a Stefano, ai suoi familiari, ai cittadini. Conferma che è possibile farlo sempre, anche quando sul banco degli imputati ci sono persone appartenenti alle forze dell`ordine", dichiara Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti - Cittadinanzattiva. "Un risultato che si deve al coraggio, alla determinazione "ostinata e contraria" di Ilaria Cucchi e dei suoi genitori, alla loro capacità, da "cittadini attivi" esemplari, di trasformare il dolore in forza e rendere questa battaglia una battaglia di tutti e per tutti. E, per questo, in grado di generare e mobilitare un`ondata di solidarietà e sostegno di tanta parte della società civile, tra organizzazioni e singoli cittadini che vi si sono riconosciuti e che nel corso degli anni è sempre più cresciuta.

Sindacato Militari: "Tutelata parte sana dell'Arma"

"Le condanne inflitte dalla Corte d'Assise di Roma sono un primo e significativo passo in avanti per la giustizia nei confronti della famiglia Cucchi e della parte sana dell'Arma", E' il commento del Sindacato dei Militari.

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